lunedì 25 luglio 2011

I met the Silverback

Se mi avessero detto che un giorno sarei stata al cospetto di una riservata quanto numerosa famiglia di gorilla di montagna avrei sorrido liquidando la conversazione con un laconico "si, come no!".
Nella vita di un viaggiatore spesso le cose vanno in una direzione diversa ed inaspettata e quello che credevi impossibile si rivela sorprendentemente più fattibile di cose ordinarie.
Tanti ostacoli rendevano questo tipo di viaggio di difficile pianificazione: primo fra tutti il costo: paesi come l'Uganda e il Rwanda sono difficili e viaggiare in autonomia senza salassi è più complicato che altrove in Africa. Un altro significativo problema era quello degli ingressi per poter accedere all'impenetrabile foresta di Bwindi in Uganda...solo 24 ingressi al giorno e  una lista d'attesa che supera normalmente i due anni (si sa il mondo è terribilimente grande e raggiungere quota 24 è più facile che bere un bicchier d'acqua)
Se a questo poi, aggiungevo il fatto che il mio datore di lavoro non concepiva approvazioni di piani ferie così lontani nel tempo non potevo che rinunciare in partenza.
Non so neanch'io quale combinazione fortuita abbia permesso tutto questo; quello che so è che io in Uganda sono atterrata e i grandi primati posso affermare solennemente di averli visti in carne ed ossa...davvero.
Per questo tipo di viaggio mi sento di consigliare l'agenzia Travelust Safaris trovata e scelta sul sito ufficiale del turismo ugandese. L'autista che mi è stato assegnato parlava un perfetto inglese ed era molto premuroso. Ogni imprevisto o contrattempo è stato da lui risolto in maniera eccellente e in tempi "occidentali"...anche quando siamo rimasti impantanati con il nostro vecchio fuoristrada in una zona poco frequentata di un parco...
Se vi fosse assegnato il nostro autista vi direi che la riuscita del viaggio sarebbe assicurata; ahimè non ricordo il suo nome, quello vero intendo, anche perchè quelli finti detti ai turisti sono sempre gli stessi ed è inutile riportarli. Quello che ricordo come fosse ieri è la sua corporatura esile così poco africana, ma soprattutto la sua abilità nello scegliere lungo i baracchini di strada gli ananas più succosi, le banane più dolci, la capra grigliata più tenera...che sapori e che colori questa parte di Africa! Non posso non citare il suo sangue freddo quando appena dopo la frontiera con il Rwanda siamo stati avvicinati da un gruppo di locali non proprio amichevoli o ancora la sua discrezione e generosità dimostrata in più occasioni.
Nessuna nota fuori posto per un viaggio che ha saputo regalarmi scenari da togliere il fiato, il verde inaspettato delle sue foreste, gli occhi profondi di questi giganti buoni chiamati gorilla.
Il respirare la loro stessa aria, il camminare sulle loro stesse fronde è stato uno dei regali più magici che abbia condiviso. Tutti gli esseri che popolano la nostra Terra sono profondamente affascinanti nelle loro fattezze, nelle loro unicità, nei loro atteggiamenti e modi di vivere...vedere i gorilla è come risvegliarsi da un sonno centenario e capire con trasparenza brutale quanto l'uomo sia l'unico animale vivente crudele per scelta, il solo a giustificare massacri in nome di una forza estranea alle leggi della natura.
Il trekking è stato faticoso vuoi per l'umidità vuoi perchè i gorilla si spostavano continuamente e questo rendeva le cose più complicate. Mi sento però di dire che in Uganda viene data la possibilità anche a disabili e persone non più giovanissime di avvicinare questi giganti buoni: c'è infatti una famiglia che ama stazionare poco lontano dall'ingresso del parco e che pare sia piuttosto socievole.
Non vi resta che prenotare gli ingressi e cominciare a sognare nella poltrona di casa la vostra avventura...

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