Io la guerra in Jugoslavia l'ho vista in tv, sui quotidiani... loro l'hanno vissuta in prima persona, l'hanno vista coi loro occhi.
Testimonianze di quei giorni noi le abbiamo archiviate nelle biblioteche civiche... loro sui muri dei palazzi e nelle centinaia di candide lapidi sulle verdi colline di Sarajevo e dintorni. E' scioccante venire qui, osservare i giovani nelle stradine pedonali sorridere, fare nottata e poi alzare gli occhi al cielo e vedere ancora lì i segni delle granate, degli spari incontrollati che dopo aver spezzato centinaia di giovani vite ora spezzano l'armonia delle abitazioni risiedendo aggressive negli intonaci delle case. Niente è stato risparmiato: neppure moschee, chiese, cimiteri. Quelle che piano piano spariscono sono le cosiddette "rose di Sarajevo" forse solo perchè il calpestio di turisti e locali contribuisce ogni giorno a farle sfiorire. Ne rimangono pochissime forse la più visibile a un occhio non così particolarmente attento è quella sul lato occidentale esterno della Cattedrale Cattolica su Ferhandija.
In questa via dello struscio ci sono un sacco di locali e bar alla moda; molti vanno a far colazione da Michele subito dopo la cattedrale cattolica... io consiglio di fare due passi in più sino a Marsala Tita, al civico 21 troverete Metropolis un bellissimo caffè dall'atmosfera lounge che ricorda un po' i caldi salotti newyorkesi. Anche se non siete sugar dipendenti una fetta di torta sarà d'obbligo!
Recuperate le forze dirigetevi verso il quartiere turco di Bascarsija, un turistico dedalo di viuzze pedonali; chiudete gli occhi al richiamo del muezzin e quando avvertirete un certo languorino fatevi guidare dal profumo di una delle tante Cevabdzinica (una sorta di fast food locale), impossibile rimanere delusi. Per i più goderecci consiglio di provare i cevapi o cevapcici (cilindriche polpettine grigliate) con cipolle crude e kajmak (una sorta di burro locale dal sapore di altri tempi) il tutto all'interno di un soffice somun (pane locale simile alla pita)...al solo pensiero mi torna l'acquolina in bocca.
Per i più audaci la sera perchè non pasteggiare da vero bosniaco a Slivovijcaslivo o come lo chiamano loro Sliva anzichè ad acqua?...poi mi direte...
Tra le altre specialità non perdetevi i burek (una sorta di cannelloni di pasta sfoglia ripieni di carne)... io con i ripieni sono un po' difficile per cui mi sento di consigliarvi un posto autentico dal sapore casalingo...evitate i baracchini nel quartiere turco a meno che il vostro palato non sia così rovinato da non distinguere un macinato vero da un preparato semi industriale.
Il posto in questione si trova in Mula Mustafe Baseskije nelle vicinanze del mercato coperto ma dalla parte opposta.Non dimenticate che:
- non ha insegna,
- non ha menù visto che serve solo burek,
- è pieno di locali che pasteggiano lì a ora di pranzo,
- il prezzo è veramente ridicolo (una buona porzione a 1 euro),
- potete decidere quanto volete mangiarne visto che si paga a peso come in una gastronomia. Assolutamente imperdibile!!!
Sarajevo è piccolina;obbligatevi a lasciare in camera la guida turistica e giratela così come viene...vi sorprenderà e alla peggio una dei tanti gentilissimi abitanti vi verrà in aiuto. Concedetevi un caffè preparato alla turca: 3 cucchiaini di caffè a cui si aggiunge acqua bollente si attende un paio di minuti e si versa in una tazzina con due zollette di zucchero... sempre meglio di un mal riuscito espresso!!!
In ogni caso sotto l'aspetto gastronomico ce n'è per tutti i gusti...tranne per i McDonald addict!
La prima sera nella capitale abbiamo rischiato di andare a letto senza cena...i ristorantini chiudono intorno alle 21.30-22.00 se poi come noi si arriva senza moneta locale in piccolo taglio il digiuno è quasi assicurato.
Non sottovalutate però la fortuna del viaggiatore, basta un sorriso e un "molin" (per favore) sussurrato per ottenere un pasto last minute.
Noi possiamo dire di essere stati baciati "appassionatamente" dalla fortuna:
ore 23.00 circa solo un tavolo di amici bosniaci nella fase bicchiere della staffa; mi avvicino alle grasse risate del gruppetto tra cui è presente anche il padrone del locale...accenno un sorriso e supplico di avere un piattino di qualcosa...due minuti più tardi ci ritroviamo seduti su due sgabelli in mezzo al gruppo, uno di loro parla inglese ma comunque non avrebbe fatto differenza, dopo un bicchierino di sliva la lingua è universale!!!
Credetemi i migliori cevapci della mia vita!!!
Se dopo tre giorni di Cevabdzinica volete sperimentare altro un buon indirizzo sempre in pieno quartiere turco è la konoba To Be or Not To Be il cuo piatto forte è una bistecca piccante in salsa al cioccolato. Tutti vanno a cena da Inat Kuca, un ristorantino sulla sponda del fiume all'interno di una casa d'epoca ottomana; anch'io avevo prenotato un tavolo e poi ho disertato. Non si mangia granchè e ti sembra di stare in turistilandia.
Una vera genialata potrebbe essere invece quella di prendere la macchina, chiamare un taxi o prendere il minibus 56 che parte dal ponte latino ed andare da Biban o da Park Princeva.
Da questi due ristoranti si ha una bellissima prospettiva della città; due suggerimenti un po' più insider che mi sento di dare:
Biban view |
optate per Park Princeva se volete concedervi un po' di romanticismo e la serata non è rigida, da queste parti la brezza si fa sentire e visto che il numero di coperti è decisamente notevole meglio prenotare un tavolino con vista aperta sulla città piuttosto che finire al chiuso intontiti dalle note del pianoforte a coda...tanto valeva restare in città.
Last tip...
fate una capatina al bar menzionato da numerose guide turistiche noto come Zlatna Ribica lo descrivono come un locale in stile gotico ma probabilmente l'autore aveva alzato un po' il gomito a suon di bloody mary; io lo definirei splendidamente surreale stile "la casa stregata" film anni ottanta con Renato Pozzetto e questo già a partire dalla lista del menù...
Hvala Sarajevo!!!
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