mercoledì 23 febbraio 2011

Metti un pomeriggio d'inverno...

Ognuno di noi conserva ricordi indelebili delle proprie vacanze e dei paesi lontani che ha avuto la fortuna di esplorare. A tutto questo si aggiungono vere e proprie collezioni o dovremmo dire manie. Spesso iniziano per caso fatto stà che diventano anche loro una parte importante del nostro ritorno a casa. 
Ogni cosa può diventare un ricordo: bottiglie di birra, bustine di zucchero, conchiglie, cucchiaini delle compagnie aeree...e per alcuni, come me, i magneti.
Quella delle calamite è una raccolta iniziata tanti anni fa a Sharm el Sheik e da allora mai più smessa. In fondo si tratta di souvenir pocket facilmente reperibili che risolvono veri e propri drammi ad un'ora dal check in.
Ovviamente negli anni la selezione si è notevolmente raffinata;ogni magnete viene scelgo con cura e attenzione cromatica e, alle volte, se niente mi soddisfa sono io stessa a realizzarli.
Collezionismo a parte, molti di noi conservano distrattamente nei cassetti anche valuta di piccolo taglio sotto forma di monete. Solo in occasione delle pulizie di Pasqua si riesumano questi spiccioli e si ricordano quei paesi così diversi anche nelle loro divise.
Se unisci però la scatola di una vecchia bomboniera a quei soldini....

... l'effetto cambia completamente!!!

lunedì 21 febbraio 2011

A caccia di stranezze. Chi lì'ha detto che le trova solo Andrew Zimmern?

Di cibi sconosciuti ne sono pieni i banchi di tutto il mondo. Chi viaggio lontano dai circuiti turistici fa della visita ai mercati una sosta indispensabile per entrare in contatto con le tradizioni di un luogo.
In fondo scoprire il cibo di un paese è  la via più immediata per avvicinarsi alla sua cultura
Tutto ciò che non si conosce spaventa e allo stesso tempo affascina; scoperto l'arcano della curiosità potrete affrontare e abbattere la barriera della diffidenza entrando davvero in contatto con il mondo che vi circonda.
Questa foto è stata scattata al mercato vecchio di Valenzia in uno dei tanti banchi del pesce fresco.Si tratta di Percebes un frutto di mare conosciuto in Spagna ma per lo più misterioso e grottesco nel resto del mondo.
I percebes fanno parte della famiglia dei crostacei e il modo più comune di cucinarli è bolliti con un po' di limone anche se qualcuno azzarda a mangiarli crudi.Vi consiglio di provarli se pensate di trascorrere un w.e. in Catalunya magari per le feste di Pasqua e chissà che scopriate altre meraviglie sconosciute.

Non riesco a staccarmi da Real Time!!!E' grave???

L'arrivo del digitale oltre a complicare la vita a tutti generando problemi di ricezione e acquisti ingiustificati di decoder multifunzione, ha aperto una finestra su un mondo di canali fino a d'ora a consumo esclusivo dei possessori di Sky.
Dopo un iniziale entusiasmo da zapping, tutti sti nuovi canali non è che abbiamo migliorato la nostra vita... uno su tutti però, ha generato dipendenza...Real Time.
Fidelizzarsi a questo canale è cosa semplice, diventarne schiavi ancora di più, tant'è che è diventato argomento di conversazione tra amiche e tra breve credo sarà un topic per i comici di Zelig al pari dell'Ikea.
Perchè ci piace così tanto? Forse perchè sviluppa la manualità, quella che hanno perso i nostri compagni, mariti, fratelli e straordinariamente sembra alla portata alla portata di tutti.
Alcune idee poi alimentano la nostra fantasia sopita dandole una spinta...chi non si è ancora sintonizzato sul canale 31 eviti di farlo!!!

domenica 20 febbraio 2011

La danza macabra più famosa d'Europa

Alle volte dietro casa si celano vere e proprie meraviglie, tesori nascosti che tutti dovremmo conoscere e divulgare.
Sabato scorso abbiamo deciso di visitare uno di questi capolavori, gelosamente custodito nella cittadina slovena di Hrastovlje, nome che da solo non evoca granchè, ma se parliamo di uno degli affreschi tardogotici più famosi in Europa sicuramente sveliamo il mistero che sta dietro questo pittoresco villaggio dell'Istria:
la danza macabra del pittore istriano Janez iz Kastva (Giovanni di Castua).


Iniziare un'escursione in una giornata invernale baciata dal sole, senza pergiunta perdersi nelle verdi colline istriane, è sicuramente uno dei modi migliori per iniziare un sabato mattina.
E così arrivare di fronte alla fortificata chiesetta di S.S. Trinità trovando il cancello di ferro sbarrato e un semplice foglio di carta con indicato un numero di cellulare dell'anziana custode, diventa già suggestivo o quantomeno insolito di suo.
Uno squillo e un "per favore sarebbe possibile visitare" che già la signora compare sulla collinetta armata di chiavi.
Varcando la piccola soglia mai più diresti di trovarti letteralmente avvolto dagli affreschi, esempi perfettamente conservati della pittura narrativa del quattrocento che ripercorrono le scene sia del vecchio che del nuovo testamento per poi culminare nel capolavoro alchemico della Danza Macabra.
Eccola lì, disturbata soltanto da alcune incisioni in una scrittura ormai dimenticata, la morte tiene sottobraccio onuno di noi, è lei la vera vincitrice, la protagonista indiscussa. Sorride sul suo trono trono dorato pronta a chiudere la tomba di chiunque sia arrivato al giorno del trapasso, e non importa che sia giovane, ricco, vecchio, povero, re, regina, mendicante, dinnanzi a lei l'uguaglianza è assoluta.





venerdì 18 febbraio 2011

Destinazione cibo: come avvicinarsi a popoli sconosciuti

Fleur de sel, tahin, curcuma, wasabi...
Oggi ho deciso di darmi alla cucina melting pot perchè una globetrotter che si rispetti deve necessariamente avvicinarsi a sapori e ingredienti figli di terre lontane.
Se la globalizzazione, ancora una volta, ha fatto sì che babaganoush e zighinì divenissero i nostri migliori amici in tempi di slow ethnic food non ha altrettanto fornito strumenti per conoscere la storia di questi piatti e i popoli che le cucinano da sempre.
Quanto sappiamo di quello che più o meno distrattamente mangiamo?
Interessarsi degli ingredienti che compongono un piatto esotico è un modo per avvicinarsi a quel popolo che ha imbandito le tavole per generazioni.
Anche questo è viaggiare... anche se il tramite sono fornelli e sac a poche.

mercoledì 16 febbraio 2011

La guida turistica è la bibbia di un viaggiatore?

Quanto sono importanti per ognuno di noi le guide turistiche?
Impossibile separarsene...ma perchè?
Quando superiamo il livello sogno e ci addentriamo nella giungla della preparazione di un viaggio, inspiegabilmente la nostra lonely planet o rivale che sia, diventa una sorta di testo sacro.
Iniziamo a leggere e a volare con la fantasia, immaginando di visitare e fotografare luoghi e posti che solo noi potremo esibire come trofei della memoria.
In più di un'occasione  mi sono ritrovata a riflettere su questa strana legge universale, ma, in una in particolare, la cosa ha assunto connotati surreali.

Era il tanto atteso momento della cena, faceva caldo a Phnom Pehn e noi non riuscivamo a trovare il ristorante che la nostra fedele L.P. segnalava come imperdibile.
E pensare che sarebbe bastato seguire con aria indifferente le tante vittime del proselitismo da "travel book" per ritrovarsi senza difficoltà nel locale tanto decantato, ordinando la più disgustosa specialità della casa. Dopo aver interpretato cartine approssimative e aver supplicato la gente del posto per avere un'indicazione...siamo arrivati a destinazione.
Eccoci là esploratori gastronomici dell'ultima ora, automi programmati a ordinare senza pensare...Non importa se il posto non è un granchè e il piatto della casa un vero schifo, ciò che conta è ottenere un tavolo, leggere rapidamente il menù e scovare la prelibatezza battendo sul tempo gli altri turisti che, come noi, non possono non ordinarlo.
Alla prima forchettata di assaggio non ne seguiranno altre...quello che ci assillerà però è la domanda: perchè abbiamo ordinato un'insalata di pompelmo e gamberi al curry che a noi il curry neppure piace?Ci si ride su, in fondo in vacanza tutto va bene, anche le delusioni hanno un sapore agrodolce... quello che proprio non si digerisce è l'essere uno dei tanti turisti con il cervello in stand-by, seguaci della recensione oracolo della L.P.Ci si guarda furtivamente attorno e poi, come risvegliati dal trance, si vede la realtà:tanti tavoli quante guide turistiche,tante forchette quante insalate di pompelmo,tanti turisti e nessun cambogiano...

Questo aneddoto a cui se ne aggiungono molti altri, mi fa tornare continuamente alla mente il quesito più ostico per qualunque viaggiatore si senta tale:
Perchè il viaggio, che da sempre rappresenta la scoperta, ci terrorizza al punto da frenarci nella sperimentazione?
Perchè dimenticare la guida in hotel fa male come aver dimenticato il portafoglio?
Non è forse più bello perdersi per le vie di una città nuova, sperimentando i luoghi e i cibi che più ci solleticano?
Dimenticata la libertà di scelta e cancellata la facoltà di sbagliare in prima persona siamo diventati "schiavi con le trolley " che hanno elevato strumenti come le guide turistiche a testi sacri studiati e assimilati al pari di tomi universitari.
Nel prossimo viaggio, se ne saremo capaci, cercheremo di ritrovare quella spontaneità e leggerezza che da sempre ha affascinato i viaggiatori di tutti i tempi.

lunedì 14 febbraio 2011

Una questione di punti di vista

Due giorni fa entrando un negozio di home design mi sono ritrovata a chiaccherare con la proprietaria, una signora francese che, come me, ha mollato tutto per seguire l'amore.
Anche a lei questa città ha dato un po' di problemi; poi però è riuscita a trovare la sua dimensione.
Quando ne sentiamo il bisogno, anche da storie di vita comuni, siamo capace di scovare similitudini all'nfinito.
Quello che però risulta strano è come frasi pronunciate da estranei, acquistino per noi un'importanza tale da sembrare profetiche. Sembra quasi che il fato voglia dirci qualcosa che noi intuiamo essere vicino ma non evidente...svogliamo improvvisamente svegliarci dal torpore, percepire le coincidenze trasformandole in strumenti di conoscenza. Questa consapevolezza è tutt'altro che intuitiva e così continuiamo a farci del male pensando e ripensando al perchè di alcuni avvenimenti che frenano la nostra serenità.
Eppure ognuno di noi nel profondo sa bene che la vita è equilibrio e che dipende da noi solo in minima parte.
Interrogarsi sui perchè della vita, degli insuccessi, degli ostacoli è una malattia che si dice colpisca le persone intelligenti; e allora mi chiedo:
si può far tesoro della stupidità per vivere meglio?

giovedì 10 febbraio 2011

Il bello del web...

C'è ancora gente che crede alle favole raccontate dai TG e dai programmi  politici; la realtà è una sola:
il mondo del lavoro oggi non premia chi vale...il web sì!
Per questo voglio credere che sia uno strumento di riscatto per chi ha qualcosa da dire, da fare, da inventare e di solito non viene ascoltato. Perchè sul web i meriti, la costanza, il lavoro duro vengono ripagati...basta crederci!E visto che ci beviamo ogni cosa ogni volta che passivamente accendiamo la tv, perchè non credere che qui le regole siano di concorrenza "leale"??!!
Se il sogno di un lavoro, conseguito per i canali tradizionali, ha contorni sempre più sbiaditi e si trasforma in realtà solo per parassiti raccomandati, il mondo del web aiuta a sognare di nuovo e apre porte che ormai pensavamo sbarrate.Qui è vincente chi emerge dal coro, chi propone idee innovative...chi dice anche cose banali ma con una freschezza che arriva al cuore di tutti.

E a proposito di States...

Una mia amica con marito al seguito è appena tornata da New York e mi ha detto:"cavoli se c'eri tu con le tue dritte, sai quanti angoli sconosciuti avremmo scoperto della Grande Mela?"
Così mi sono detta che era il momento di dare una mano a tutti gli amici  che mettono in agenda una capatina nella magica NYC.Se siete burger dipendenti qui è il posto giusto!!!Perchè a NY non trovi solo il panino succolento, ma anche la location perfetta dove mangiarlo...esiste anche un sito per gli addetti ai lavori o meglio "al palato" che attraverso un rankings rigidissimo stila una classifica dei migliori hamburger della città, aggiornandolo continuamente.Eccolo qui: http://www.bestburgernyc.com/
Burger victim a parte, ecco la mia personale TOP FIVE sempre se siete stile Poldo Sbaffini:
  • Corner bistro (in fondo le guide non sbagliano sempre!!!)
  • Shake shack
  • Peter Luger
  • Spotted Pig
  • Pop burger
Se invece diamo largo ai dollari in portafoglio la decisione su quale ristorante provare si complica decisamente. A New York mangiare bene è possibile!!!
Inutile inserire elenchi kilometrici, tanto anche se vi trasferiste lì, con mia enorme invidia, comunque non riuscireste a provarli tutti...persino i critici della Zagat (vera bibbia) si suddividono le zone...quello che riporto sono solo alcuni dei più famosi e celebrati ristoranti newyorkesi; per capirci quelli spesso sfondo di serial tv come Sex and  the City.
Primo fra tutti il PASTIS vera istituzione per qualsiasi momento della giornata, imperdibile il suo brunch domenicale.
http://www.pastisny.com/

Un altro classico è BALTHAZAR tipico bistrot dal glamour newyorkese


e ancora per non dimenticare che la Grande Mela è comunque affacciata sul mare invece che farvi spellare in qualche ristorante alla moda perchè non gustarvi un'aragosta da veri newyorkesi intenditori al Chelsea market

Tanta voglia di anni '50

Avete mai visto film come American graffiti e desiderato trovarvi catapultati in quegli anni?
Se chiudo gli occhi sento il profumo di crostate appena sfornate, percepisco il suono del carrettino dei gelati, il clacson delle vecchie auto...Quanto avrei voluto indossare una gonna a ruota con uno striminzito twin-set senza voler fare a tutti i costi la vintage alternativa. Saranno anche stati gli anni del superficiale perbenismo ma a me, nella loro semplicità e freschezza, mi hanno sempre stregata. 
Forse l'incanto è dovuto anche a  serie televisive come Happy Days, fatto sta che trovando sul web la possibilità di dormire in una roulotte anni '50 immersa totalmente nell'atmosfera fifthy ho pensato: "quando ripartiamo per gli States??"

lunedì 7 febbraio 2011

E ora anch'io ho una D3100

In questi giorni ho comprato una nikon D3100 e ora scatta il tour fotografico per la città...ma da quale comincio!!???
Non sarebbe male il sole accecante della Sicilia anche se siamo a febbraio...butto un occhio su Skyscanner non si sa mai...

Chi non ha mai detto ho "tanta voglia di viaggiare"?

Dopo vari tentativi di creazione di siti più o meno visibili sul web con nickname dei più disparati, ho seguito l'istinto e mi sono detta:
perchè no! forse il blog è la risposta!
Anche per il nome è stato tutto immediato; non ho pensato e ripensato ad un nome d'effetto, mi sono semplicemente chiesta:

che cosa frulla continuamente nella mia testa? 

Il viaggiare in terre lontane o vicine dal mio quotidiano è parte di me. Negli anni mi sono trasformata in una vera travel alcoholic, forse perchè già nella fase di programmazione casalinga di un viaggio mi ritrovo a vivere una dimensione parallela che mi piace terribilmente.
E poi vi siete mai chiesti il perchè di tanti programmi televisivi e forum su come vivere di viaggi?
Forse perchè viaggiare è contagioso più di qualsiasi influenza, tant'è che nessuno ne ha mai cercato o voluto la cura. Poi ci sono il lavoro, i bimbi, i genitori anziani che alle volte fanno rimandare una vacanza, ma in fondo non continuiamo a sognare terre lontane, tradizioni ancestrali o paesaggi paradisiaci?
Il mio blog vuole essere quella stanza che non ha più... pareti ma alberi...alberi infiniti.
E' un contenitore di appunti sparsi sui viaggi, le culture, i popoli, la cucina ed è aperto a tutti coloro che come me a volte viaggiano davvero, a volte solo con la fantasia.
Sogno un blog dove condividere mete di viaggio realizzate o in stand by, confrontandosi anche rimanendo comodamente seduti in poltrona ma con la mente lontana kilometri....

auguro a tutti il benvenuto nel mio mondo...buon viaggio