Quanto sono importanti per ognuno di noi le guide turistiche?
Quando superiamo il livello sogno e ci addentriamo nella giungla della preparazione di un viaggio, inspiegabilmente la nostra lonely planet o rivale che sia, diventa una sorta di testo sacro.
Iniziamo a leggere e a volare con la fantasia, immaginando di visitare e fotografare luoghi e posti che solo noi potremo esibire come trofei della memoria.
In più di un'occasione mi sono ritrovata a riflettere su questa strana legge universale, ma, in una in particolare, la cosa ha assunto connotati surreali.
Era il tanto atteso momento della cena, faceva caldo a Phnom Pehn e noi non riuscivamo a trovare il ristorante che la nostra fedele L.P. segnalava come imperdibile.
E pensare che sarebbe bastato seguire con aria indifferente le tante vittime del proselitismo da "travel book" per ritrovarsi senza difficoltà nel locale tanto decantato, ordinando la più disgustosa specialità della casa. Dopo aver interpretato cartine approssimative e aver supplicato la gente del posto per avere un'indicazione...siamo arrivati a destinazione.
Eccoci là esploratori gastronomici dell'ultima ora, automi programmati a ordinare senza pensare...Non importa se il posto non è un granchè e il piatto della casa un vero schifo, ciò che conta è ottenere un tavolo, leggere rapidamente il menù e scovare la prelibatezza battendo sul tempo gli altri turisti che, come noi, non possono non ordinarlo.
Alla prima forchettata di assaggio non ne seguiranno altre...quello che ci assillerà però è la domanda: perchè abbiamo ordinato un'insalata di pompelmo e gamberi al curry che a noi il curry neppure piace?Ci si ride su, in fondo in vacanza tutto va bene, anche le delusioni hanno un sapore agrodolce... quello che proprio non si digerisce è l'essere uno dei tanti turisti con il cervello in stand-by, seguaci della recensione oracolo della L.P.Ci si guarda furtivamente attorno e poi, come risvegliati dal trance, si vede la realtà:tanti tavoli quante guide turistiche,tante forchette quante insalate di pompelmo,tanti turisti e nessun cambogiano...
Questo aneddoto a cui se ne aggiungono molti altri, mi fa tornare continuamente alla mente il quesito più ostico per qualunque viaggiatore si senta tale:
Perchè il viaggio, che da sempre rappresenta la scoperta, ci terrorizza al punto da frenarci nella sperimentazione?
Perchè dimenticare la guida in hotel fa male come aver dimenticato il portafoglio?Non è forse più bello perdersi per le vie di una città nuova, sperimentando i luoghi e i cibi che più ci solleticano?
Dimenticata la libertà di scelta e cancellata la facoltà di sbagliare in prima persona siamo diventati "schiavi con le trolley " che hanno elevato strumenti come le guide turistiche a testi sacri studiati e assimilati al pari di tomi universitari.
Nel prossimo viaggio, se ne saremo capaci, cercheremo di ritrovare quella spontaneità e leggerezza che da sempre ha affascinato i viaggiatori di tutti i tempi.
sono perfettamente d'accordo.... spesso capita di diventare "schiavi" di una guida e non vedere, assaporare con i propri occhi!!!!! il miglior modo per conoscere e visitare è....PERDERSI nel caledoscopio di quella realtà!!lo ripeterò fino alla nausea......no aplitur!? MEGLIO!!
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