Se Biancaneve avesse saputo dell'Apple store sulla quinta, forse forse nel bosco a prendersi cura dei nanetti non ci sarebbe andata. Indossate con grazia le sue Manolo Blahnik di cristallo (beh no quella è un'altra storia!!?) e noncurante del rischio frattura, avrebbe sceso in tutta fretta la rampa elicoidale che la separava dal paradiso della new technology. Bye Bye strega e benvenuti nanetti cassaintegrati.
Provare per credere diceva un vecchio slogan degli anni ottanta; e se Aiazzone ha fatto bancarotta beh la Apple no di certo, visto le code infinite davanti ai suoi store e al sold out quasi istantaneo dei nuovi prodotti.
Anche se il mio stile non si avvicina lontanamente a quello di Miss Snow White se non per quel fastidioso vizio di canticchiare per strada, anch'io devo dire che a sta' mela un morso non l'ho negato...e con gusto!
Un'altro buon motivo per volare oltreoceano...accidenti la lista si allunga sempre di più...
venerdì 25 novembre 2011
venerdì 28 ottobre 2011
Se street food deve essere...
Molte persone amano sperimentare tutto quello che di più autentico ha da offrire la città che li ospita e cosa c'è di meglio se non la cucina tradizionale? In fondo la cucina è una componente fondamentale della nostra identità culturale e sociale e in questo scusate se è poco l'Italia non è seconda a nessuno.
Ci sono poi veri e propri angoli di paradiso da questo punto di vista e la Sicilia merita senz'altro un posto sul podio. La capitale gastronomica isolana è rappresentata da Trapani, Erice e dintorni anche se Palermo si difende altrettanto bene mantenendo ancora vive antiche tradizioni da cibo di strada. Qui superato un po' di timore e diffidenza iniziale è possibile ancora assaggiare il panino con la milza meglio detto pane ca' meusa preparato secondo la ricetta più antica o con alcune variazioni da manuale. La ricetta vuole che la milza, affettata sottile e rigorosamente a mano, sia cotta in una quantità esagerata di lardo e poi servita in una dosa generosa all'interno di un panino cosparso di sesamo con una spremutina di limone o una spolverata di formaggio ragusano. L'antica e ormai famosa Focacceria San Francesco ha creato anche la versione "maritata" con un'abbondante cucchiaiata di ricotta fresca che qui sul territorio abbonda. Un indirizzo ancora poco conosciuto dai turisti ma veramente doc è la Focacceria di Porta Carbone a detta dei palermitani la migliore della città e c'è da crederci...io ho voluto ricevere qui il mio battesimo della meusa!!
Non fatevi spaventare dall'aspetto e ricordate SPERIMENTATE, SPERIMENTATE, SPERIMENTATE!!!
Altra ricercatezza, stranezza che si può trovare la mattina girando per i mercati è la frittola; non fatevi tradire dal nome tutto è tranne che un dolcetto. Si tratta di una serie di frattaglie fritte in miscugli più o meno segreti, pepate, salate e condite con un goccio di limone fresco. La cornice del tutto è un foglio di carta alimentare o per la gente di fretta uno sfilatino di pane. Dico la verità di tutti i cibi questo è quello che mi ha entusiasmato di meno in termini di sensazioni gustative. La cosa che lo rende unico è però l'alone di mistero che lo accompagna: prima di tutto non c'è alcuna insegna del tipo "oggi la frittola", bisogna andare dalle parti della kalsa o in porta Carini e dintorni per trovare l'onimo con il paniere ermeticamente sigillato da pezzuole affinchè il calore non si disperda. Non ci sarà sorriso che tenga per conoscere cosa nasconde il cestino in vimini tanto non lo apriranno mai!!!Non vi resta che mescolarvi alla gente locale e chiedere una porzione al massimo se non è di vostro gradimento ci sono tanti cani randagi abituati all'articolo.
Ma veniamo a quello che più mi è piaciuto del cibo di strada di questa bellissima città a partire dallo sfincione.Tanti piatti poveri del nostro stivale si assomigliano e questo nella sua versione all'antica ricorda molto la pizza all'andrea che si fa nel ponente ligure solo che qui si aggiunge pangrattata in superficie e non c'è la testa d'aglio in agguato. Altra differenza è che qui la vendono oltre che nei panifici anche in strada in carrettini gastronomici specializzati in sfincione. Questa davvero piacerà a tutti e vi accompagnerà nella visita ai mercati della Vucciria e Ballarò.
Avete presente il libro "1000 luoghi da vedere prima di morire"?!! Beh bruciatelo ancora una volta ho avuto la conferma che l'autrice arricchitasi alla faccia di tutti con un titolo geniale non solo ha inserito senza una logica alcune mete piuttosto che altre ma spesso ha scopiazzato recensioni senza mai aver visitato questi luoghi. Tutto può dirsi della Vucciria tranne che sia caotica e piena di botteghe per strada. L'antico splendore di questo mercato ormai si può ammirare solo nella tela di Guttuso, corìnservata a palazzo Steri. Sopravvivono a fatica le tradizioni andateci e apprezzatene l'essenza di semplicità che vi regna ricordando che la trasformazione avviene nel pomeriggio quando Tanino sapientemente prepara la brace e cucina lo stigghione!!!
Ci sono poi veri e propri angoli di paradiso da questo punto di vista e la Sicilia merita senz'altro un posto sul podio. La capitale gastronomica isolana è rappresentata da Trapani, Erice e dintorni anche se Palermo si difende altrettanto bene mantenendo ancora vive antiche tradizioni da cibo di strada. Qui superato un po' di timore e diffidenza iniziale è possibile ancora assaggiare il panino con la milza meglio detto pane ca' meusa preparato secondo la ricetta più antica o con alcune variazioni da manuale. La ricetta vuole che la milza, affettata sottile e rigorosamente a mano, sia cotta in una quantità esagerata di lardo e poi servita in una dosa generosa all'interno di un panino cosparso di sesamo con una spremutina di limone o una spolverata di formaggio ragusano. L'antica e ormai famosa Focacceria San Francesco ha creato anche la versione "maritata" con un'abbondante cucchiaiata di ricotta fresca che qui sul territorio abbonda. Un indirizzo ancora poco conosciuto dai turisti ma veramente doc è la Focacceria di Porta Carbone a detta dei palermitani la migliore della città e c'è da crederci...io ho voluto ricevere qui il mio battesimo della meusa!!
Non fatevi spaventare dall'aspetto e ricordate SPERIMENTATE, SPERIMENTATE, SPERIMENTATE!!!
Altra ricercatezza, stranezza che si può trovare la mattina girando per i mercati è la frittola; non fatevi tradire dal nome tutto è tranne che un dolcetto. Si tratta di una serie di frattaglie fritte in miscugli più o meno segreti, pepate, salate e condite con un goccio di limone fresco. La cornice del tutto è un foglio di carta alimentare o per la gente di fretta uno sfilatino di pane. Dico la verità di tutti i cibi questo è quello che mi ha entusiasmato di meno in termini di sensazioni gustative. La cosa che lo rende unico è però l'alone di mistero che lo accompagna: prima di tutto non c'è alcuna insegna del tipo "oggi la frittola", bisogna andare dalle parti della kalsa o in porta Carini e dintorni per trovare l'onimo con il paniere ermeticamente sigillato da pezzuole affinchè il calore non si disperda. Non ci sarà sorriso che tenga per conoscere cosa nasconde il cestino in vimini tanto non lo apriranno mai!!!Non vi resta che mescolarvi alla gente locale e chiedere una porzione al massimo se non è di vostro gradimento ci sono tanti cani randagi abituati all'articolo.
Ma veniamo a quello che più mi è piaciuto del cibo di strada di questa bellissima città a partire dallo sfincione.Tanti piatti poveri del nostro stivale si assomigliano e questo nella sua versione all'antica ricorda molto la pizza all'andrea che si fa nel ponente ligure solo che qui si aggiunge pangrattata in superficie e non c'è la testa d'aglio in agguato. Altra differenza è che qui la vendono oltre che nei panifici anche in strada in carrettini gastronomici specializzati in sfincione. Questa davvero piacerà a tutti e vi accompagnerà nella visita ai mercati della Vucciria e Ballarò.
Avete presente il libro "1000 luoghi da vedere prima di morire"?!! Beh bruciatelo ancora una volta ho avuto la conferma che l'autrice arricchitasi alla faccia di tutti con un titolo geniale non solo ha inserito senza una logica alcune mete piuttosto che altre ma spesso ha scopiazzato recensioni senza mai aver visitato questi luoghi. Tutto può dirsi della Vucciria tranne che sia caotica e piena di botteghe per strada. L'antico splendore di questo mercato ormai si può ammirare solo nella tela di Guttuso, corìnservata a palazzo Steri. Sopravvivono a fatica le tradizioni andateci e apprezzatene l'essenza di semplicità che vi regna ricordando che la trasformazione avviene nel pomeriggio quando Tanino sapientemente prepara la brace e cucina lo stigghione!!!
martedì 25 ottobre 2011
la mia Africa
Alle volte gli eventi fanno sì che anche una vacanza non basti.
In pochi affrontano lo scoglio delle resistenze, dei timori e decidono di avventurarsi lo stesso in un nuovo viaggio…magari lontano. Poi accade qualcosa di magico e quella spina staccata che credevi fissata irrimediabilmente al muro.. per tanti motivi alla fine vorresti non riallacciarla mai.
Questo è stato per me il Mozambico: il viaggio nel viaggio, il bianco accecante delle spiagge che si unisce e si fonde con l’indaco delle acque; l’ebano dei volti e la trasparenza degli sguardi; l’innocenza dei sorrisi e la ruvidezza dei gesti.
Qui siamo in Africa ma non ricordatelo ai turisti.
Il continente nero, anche se io preferisco chiamarlo rainbow, è variegato più di qualsiasi coppa gelato e altrettanto buono se non irresistibile.
Ovviamente bisogna procedere per gradi: non potrete certo fare indigestione di gusti già dalla prima volta...volete mettere però il gusto autentico di una scoperta fai da te con un gelato confezionato dal sapore industriale??
Per la prima volta parto in agosto il mese delle vacanze per gli italiani in assoluto, anche se sul podio non mancano spagnoli e americani. Poi ogni meta ha i suoi aficionados e il Mozambico almeno al momento del decollo sembrava la terra promessa dei viaggiatori italiani. Dove poi siano finiti tutti si è presto capito...gli unici incontri fortuiti sono stati con due gruppi chiassosi di avventure nel mondo... per il resto la solita vergogna dei villaggi vacanze che qui in Africa sanno tanto di prigioni di cristallo.
Non fraintendetemi ognuno sceglie il tipo di vacanza che più si avvicina alle proprie esigenze ma qui dove, anche le cose scontate sono una conquista, non riesco proprio a mandar giù elettricità 24H, acqua a fiumi e banchetti di cibo stile nozze.
Il rispetto del popolo locale non è una cosa da lasciare in appendice alla propria guida turistica, e se è vero che viaggiare apre la mente ricordate di leggere le istruzioni!!!
giovedì 28 luglio 2011
A tempo di Ramblas
Ci sono città che preferiresti abitare anzichè visitare, luoghi speciali in grado di risvegliare sensazioni così profonde da chiederti perchè tu non abbia già fatto armi e bagagli per trasferirti.
Due posti risvegliano prepotenti in me tutto questo: una è Boston nel New England, l'altra è la spumeggiante, fiabesca Barcellona. E se l'America per ora è un futuro improbabile, Barça è invece il passato prossimo più divertente, intenso, magico che abbia vissuto. Certo non avrò la chiave della città, ma sicuramente potrò darvi qualche suggerimento in più su dove andare, dove dormire, dove mangiare e dove attendere l'alba sgranocchiando due churros imbevuti nella cioccolata calda.
Un indirizzo che consiglio è l'hostal Benidorm (Ramblas, 37 tel. 0034933022054) l'ho consigliato molte volte e tutti mi sono sembrati soddisfatti.
Una volta risolto il problema alloggio, altro consiglio, qualora arriviate con un volo direttamente all'aereoporto di Barcellona, è quello di optare per l'airbus invece del treno, 3 le ragioni:
per prima cosa è più economico, secondo ci mette di più ma vi permette di vedere anche le attrazioni più lontane tipo Piazza di Spagna, ed infine vi lascia in piazza Catalunya praticamente ad un passo dalle Ramblas e quindi dalla vostra sistemazione.
Sappiate che qui si mangia praticamente a tutte le ore e ce n'è davvero per tutti i gusti: dai bocadillo (sorta di baguette strapiene di ogni ben di dio) gustabili in catene come 100 montaditos o Bocatta o Pan&Company alle paella de mariscos, dai tapas di pesce alle pantagrueliche tortillas di patata e cebolla.
La cosa fondamentale è che evitiate di pranzare, cenare, speluccare, bere sulle Ramblas: vere e proprie trappole per turisti con cibo precotto,bevande annacquate, gusti insipidi ma conti salatissimi!!!
per le tapas posti autentici ce ne sono pochini e tutt'altro che economici (non dimentichiamo che la tradizione arriva dai Paesi Baschi e non dalla Catalunya) in ogni caso se non avete in previsione una vacanza al Nord e volete togliervi lo sfizio di tapear beh non mancate di assaggiare in piena Ciutat Vella (città vecchia) il pulpo alla gallega del Bar Celta in Carrer de la Merçé al civico 16 e le tapas di pesce del minuscolo Bar Plata sulla medesima viuzza al civico 28; quello che più si avvicina però agli autentici pinchos lo troverete nella taberna basca Irati in Cardenal Casanas, 17 (una laterale della Ramblas) o ancora al Bar Pinocho all'ingresso del mercato della Boqueria...assaggiate quello che vi dice l'occhio e non sbaglierete oppure fate come me e tra una fetta di tortillas con cebolla e una porzione gigante di chipirones ordinate la specialità della casa se la chiamano così ci sarà una ragione no??!!
Per cene a prova di stomaco oversize consiglio il ristorantino La Fonda in Carrer dels Escudellers, 10 o il suo gemello in Plaçà Reial dal nome tipicamente locale Les Quinza Nitz: in entrambe puntate sul menù della casa per un'assaggio della cucina catalana o se ve la sentite osate una meta culinaria da locali prenotando due posti nel locale più storico del Raval Meson David in Carrer Carretas, 63
!!!!IMPORTANTE!!!!se sceglierete di andare a piedi in questo ristorante locale meglio optare per la trasversale della Ramblas subito a lato del teatro Licieu: è molto frequentata e illuminata e vi condurrà in prossimità del ristorante senza alcun rischio non preoccupatevi se non vedete subito l'insegna il locale è praticamente quasi in fondo al quartiere e non proprio così visibile.
Ad ogni modo con le dovute precauzioni Barça non è una città pericolosa...certo evitate di girare con la borsa aperta o con fare smarrito verso sera in stradine deserte e poco illuminate...uno scippo ogni tre turisti è una statistica che la dice lunga...cercate di abbassare la media.
E se la città vi ha regalato magici ricordi non dimenticate di rivisitarla in occasione della festa della Merçé, patrona della città...una festa indescrivibile che da sola meriterà un post!
Due posti risvegliano prepotenti in me tutto questo: una è Boston nel New England, l'altra è la spumeggiante, fiabesca Barcellona. E se l'America per ora è un futuro improbabile, Barça è invece il passato prossimo più divertente, intenso, magico che abbia vissuto. Certo non avrò la chiave della città, ma sicuramente potrò darvi qualche suggerimento in più su dove andare, dove dormire, dove mangiare e dove attendere l'alba sgranocchiando due churros imbevuti nella cioccolata calda.
Che la movida abbia inizio...
Per prima cosa se quello che avete in mente è un fine settimana corto allora puntate su una sistemazione in pieno centro storico....tranquilli non sempre centralissimo fa rima con carissimo!Un indirizzo che consiglio è l'hostal Benidorm (Ramblas, 37 tel. 0034933022054) l'ho consigliato molte volte e tutti mi sono sembrati soddisfatti.
Una volta risolto il problema alloggio, altro consiglio, qualora arriviate con un volo direttamente all'aereoporto di Barcellona, è quello di optare per l'airbus invece del treno, 3 le ragioni:
per prima cosa è più economico, secondo ci mette di più ma vi permette di vedere anche le attrazioni più lontane tipo Piazza di Spagna, ed infine vi lascia in piazza Catalunya praticamente ad un passo dalle Ramblas e quindi dalla vostra sistemazione.
Sappiate che qui si mangia praticamente a tutte le ore e ce n'è davvero per tutti i gusti: dai bocadillo (sorta di baguette strapiene di ogni ben di dio) gustabili in catene come 100 montaditos o Bocatta o Pan&Company alle paella de mariscos, dai tapas di pesce alle pantagrueliche tortillas di patata e cebolla.
La cosa fondamentale è che evitiate di pranzare, cenare, speluccare, bere sulle Ramblas: vere e proprie trappole per turisti con cibo precotto,bevande annacquate, gusti insipidi ma conti salatissimi!!!
Questi i miei insider gastronomici:
per colazioni da veri spagnoli scegliete lo sfondo di Plaça Reial (ancora una volta a pochi passi dal vostro hostal) e concedetevi almeno una volta un desajuno a base di churros e cioccolata calda.Ci sono altri bar che seguono la tradizione, ma chissà perchè a qualcuno riescono bene i churros e non la cioccolata o viceversa pertanto datemi ascolto e puntate sul sicuro;per le tapas posti autentici ce ne sono pochini e tutt'altro che economici (non dimentichiamo che la tradizione arriva dai Paesi Baschi e non dalla Catalunya) in ogni caso se non avete in previsione una vacanza al Nord e volete togliervi lo sfizio di tapear beh non mancate di assaggiare in piena Ciutat Vella (città vecchia) il pulpo alla gallega del Bar Celta in Carrer de la Merçé al civico 16 e le tapas di pesce del minuscolo Bar Plata sulla medesima viuzza al civico 28; quello che più si avvicina però agli autentici pinchos lo troverete nella taberna basca Irati in Cardenal Casanas, 17 (una laterale della Ramblas) o ancora al Bar Pinocho all'ingresso del mercato della Boqueria...assaggiate quello che vi dice l'occhio e non sbaglierete oppure fate come me e tra una fetta di tortillas con cebolla e una porzione gigante di chipirones ordinate la specialità della casa se la chiamano così ci sarà una ragione no??!!
Per cene a prova di stomaco oversize consiglio il ristorantino La Fonda in Carrer dels Escudellers, 10 o il suo gemello in Plaçà Reial dal nome tipicamente locale Les Quinza Nitz: in entrambe puntate sul menù della casa per un'assaggio della cucina catalana o se ve la sentite osate una meta culinaria da locali prenotando due posti nel locale più storico del Raval Meson David in Carrer Carretas, 63
!!!!IMPORTANTE!!!!se sceglierete di andare a piedi in questo ristorante locale meglio optare per la trasversale della Ramblas subito a lato del teatro Licieu: è molto frequentata e illuminata e vi condurrà in prossimità del ristorante senza alcun rischio non preoccupatevi se non vedete subito l'insegna il locale è praticamente quasi in fondo al quartiere e non proprio così visibile.
Ad ogni modo con le dovute precauzioni Barça non è una città pericolosa...certo evitate di girare con la borsa aperta o con fare smarrito verso sera in stradine deserte e poco illuminate...uno scippo ogni tre turisti è una statistica che la dice lunga...cercate di abbassare la media.
E se la città vi ha regalato magici ricordi non dimenticate di rivisitarla in occasione della festa della Merçé, patrona della città...una festa indescrivibile che da sola meriterà un post!
lunedì 25 luglio 2011
I met the Silverback
Se mi avessero detto che un giorno sarei stata al cospetto di una riservata quanto numerosa famiglia di gorilla di montagna avrei sorrido liquidando la conversazione con un laconico "si, come no!".
Nella vita di un viaggiatore spesso le cose vanno in una direzione diversa ed inaspettata e quello che credevi impossibile si rivela sorprendentemente più fattibile di cose ordinarie.
Tanti ostacoli rendevano questo tipo di viaggio di difficile pianificazione: primo fra tutti il costo: paesi come l'Uganda e il Rwanda sono difficili e viaggiare in autonomia senza salassi è più complicato che altrove in Africa. Un altro significativo problema era quello degli ingressi per poter accedere all'impenetrabile foresta di Bwindi in Uganda...solo 24 ingressi al giorno e una lista d'attesa che supera normalmente i due anni (si sa il mondo è terribilimente grande e raggiungere quota 24 è più facile che bere un bicchier d'acqua)
Se a questo poi, aggiungevo il fatto che il mio datore di lavoro non concepiva approvazioni di piani ferie così lontani nel tempo non potevo che rinunciare in partenza.
Non so neanch'io quale combinazione fortuita abbia permesso tutto questo; quello che so è che io in Uganda sono atterrata e i grandi primati posso affermare solennemente di averli visti in carne ed ossa...davvero.
Per questo tipo di viaggio mi sento di consigliare l'agenzia Travelust Safaris trovata e scelta sul sito ufficiale del turismo ugandese. L'autista che mi è stato assegnato parlava un perfetto inglese ed era molto premuroso. Ogni imprevisto o contrattempo è stato da lui risolto in maniera eccellente e in tempi "occidentali"...anche quando siamo rimasti impantanati con il nostro vecchio fuoristrada in una zona poco frequentata di un parco...
Se vi fosse assegnato il nostro autista vi direi che la riuscita del viaggio sarebbe assicurata; ahimè non ricordo il suo nome, quello vero intendo, anche perchè quelli finti detti ai turisti sono sempre gli stessi ed è inutile riportarli. Quello che ricordo come fosse ieri è la sua corporatura esile così poco africana, ma soprattutto la sua abilità nello scegliere lungo i baracchini di strada gli ananas più succosi, le banane più dolci, la capra grigliata più tenera...che sapori e che colori questa parte di Africa! Non posso non citare il suo sangue freddo quando appena dopo la frontiera con il Rwanda siamo stati avvicinati da un gruppo di locali non proprio amichevoli o ancora la sua discrezione e generosità dimostrata in più occasioni.
Nessuna nota fuori posto per un viaggio che ha saputo regalarmi scenari da togliere il fiato, il verde inaspettato delle sue foreste, gli occhi profondi di questi giganti buoni chiamati gorilla.
Il respirare la loro stessa aria, il camminare sulle loro stesse fronde è stato uno dei regali più magici che abbia condiviso. Tutti gli esseri che popolano la nostra Terra sono profondamente affascinanti nelle loro fattezze, nelle loro unicità, nei loro atteggiamenti e modi di vivere...vedere i gorilla è come risvegliarsi da un sonno centenario e capire con trasparenza brutale quanto l'uomo sia l'unico animale vivente crudele per scelta, il solo a giustificare massacri in nome di una forza estranea alle leggi della natura.
Il trekking è stato faticoso vuoi per l'umidità vuoi perchè i gorilla si spostavano continuamente e questo rendeva le cose più complicate. Mi sento però di dire che in Uganda viene data la possibilità anche a disabili e persone non più giovanissime di avvicinare questi giganti buoni: c'è infatti una famiglia che ama stazionare poco lontano dall'ingresso del parco e che pare sia piuttosto socievole.
Non vi resta che prenotare gli ingressi e cominciare a sognare nella poltrona di casa la vostra avventura...
Nella vita di un viaggiatore spesso le cose vanno in una direzione diversa ed inaspettata e quello che credevi impossibile si rivela sorprendentemente più fattibile di cose ordinarie.
Tanti ostacoli rendevano questo tipo di viaggio di difficile pianificazione: primo fra tutti il costo: paesi come l'Uganda e il Rwanda sono difficili e viaggiare in autonomia senza salassi è più complicato che altrove in Africa. Un altro significativo problema era quello degli ingressi per poter accedere all'impenetrabile foresta di Bwindi in Uganda...solo 24 ingressi al giorno e una lista d'attesa che supera normalmente i due anni (si sa il mondo è terribilimente grande e raggiungere quota 24 è più facile che bere un bicchier d'acqua)
Se a questo poi, aggiungevo il fatto che il mio datore di lavoro non concepiva approvazioni di piani ferie così lontani nel tempo non potevo che rinunciare in partenza.
Non so neanch'io quale combinazione fortuita abbia permesso tutto questo; quello che so è che io in Uganda sono atterrata e i grandi primati posso affermare solennemente di averli visti in carne ed ossa...davvero.
Per questo tipo di viaggio mi sento di consigliare l'agenzia Travelust Safaris trovata e scelta sul sito ufficiale del turismo ugandese. L'autista che mi è stato assegnato parlava un perfetto inglese ed era molto premuroso. Ogni imprevisto o contrattempo è stato da lui risolto in maniera eccellente e in tempi "occidentali"...anche quando siamo rimasti impantanati con il nostro vecchio fuoristrada in una zona poco frequentata di un parco...
Se vi fosse assegnato il nostro autista vi direi che la riuscita del viaggio sarebbe assicurata; ahimè non ricordo il suo nome, quello vero intendo, anche perchè quelli finti detti ai turisti sono sempre gli stessi ed è inutile riportarli. Quello che ricordo come fosse ieri è la sua corporatura esile così poco africana, ma soprattutto la sua abilità nello scegliere lungo i baracchini di strada gli ananas più succosi, le banane più dolci, la capra grigliata più tenera...che sapori e che colori questa parte di Africa! Non posso non citare il suo sangue freddo quando appena dopo la frontiera con il Rwanda siamo stati avvicinati da un gruppo di locali non proprio amichevoli o ancora la sua discrezione e generosità dimostrata in più occasioni.
Nessuna nota fuori posto per un viaggio che ha saputo regalarmi scenari da togliere il fiato, il verde inaspettato delle sue foreste, gli occhi profondi di questi giganti buoni chiamati gorilla.
Il respirare la loro stessa aria, il camminare sulle loro stesse fronde è stato uno dei regali più magici che abbia condiviso. Tutti gli esseri che popolano la nostra Terra sono profondamente affascinanti nelle loro fattezze, nelle loro unicità, nei loro atteggiamenti e modi di vivere...vedere i gorilla è come risvegliarsi da un sonno centenario e capire con trasparenza brutale quanto l'uomo sia l'unico animale vivente crudele per scelta, il solo a giustificare massacri in nome di una forza estranea alle leggi della natura.
Il trekking è stato faticoso vuoi per l'umidità vuoi perchè i gorilla si spostavano continuamente e questo rendeva le cose più complicate. Mi sento però di dire che in Uganda viene data la possibilità anche a disabili e persone non più giovanissime di avvicinare questi giganti buoni: c'è infatti una famiglia che ama stazionare poco lontano dall'ingresso del parco e che pare sia piuttosto socievole.
Non vi resta che prenotare gli ingressi e cominciare a sognare nella poltrona di casa la vostra avventura...
martedì 19 luglio 2011
KWAHERI TANZANIA!!
Per il mio primo viaggio in Africa devo ringraziare una persona conosciuta sul lavoro, quando ancora vivevo a Milano. Era un po' che mi frullava in testa il desiderio di sapere se sarei stata o meno autoimmune dal mal d'Africa e quella profetica chiaccherata pomeridiana arrivò proprio al momento giusto.
Lui in Africa c'era stato più di una volta e da innamorato cronico di quelle terre polverose non faticò ad incantarmi con i suoi racconti. Nei giorni seguenti, decisi: la mia Africa sarebbe stata la Tanzania.
Il viaggio dal punto di vista umano è stato sorprendente, dal punto di vista naturalistico indescrivibile. Chi ama gli animali, i paesaggi sconfinati, l'odore della terra, la magia dei suoni deve assolutamente venire qui.
La Tanzania è tutta bella e ogni parco mi ha regalato delle emozioni che a fatica riesco a trasmettere, ancora adesso a distanza di anni e con più di un viaggio africano alle spalle mi dà un brivido.
Solo chi si è risvegliato nel mondo incantato di Ngorongoro crater può capire quando dico che in questo ecosistema unico tutto è amplificato, intenso ed immenso.
Qui capisci la grandezza del pianeta, riscopri di essere parte di un tutto che avevi soffocato nel caos della quotidianità cittadina.
I miei compagni di viaggio hanno reso ancor più indimenticabile tutto questo. E' bellissimo ripensare alle notti in campeggio ascoltando la risata della iena; le storie intorno al fuoco dal sapore di leggenda; le levattacce mattutine per raggiungere il più esclusivo drive-in...quello che da secoli dà in visione il risveglio della natura.
Non dimenticherò mai le mie prime "wild" zebra, rapidamente divenute comuni avvistamenti; il primo ruggito di un leone, il primo ospite indesiderato nella tenda.
Ci sono tantissimi modi di viaggiare l'Africa più o meno dispendiosi. E' fondamentale ricordare che per avvicinarsi alla cultura e alle abitudini locali occorre dimenticare i tour operator occidentali e affidarsi ad agenzie locali anche se questo spesso aumenta il margine di rischio.
Qualora optaste per questa scelta più coraggiosa ma altrettanto responsabileoccorrerà giocare d'astuzia visitando forum internazionali e verificare da quanto tempo l'agenzia scelta opera sul mercato.
Di diari di viaggio sull'Africa se ne sono scritti più di quanti se ne siano letti quasi il viaggiatore o turisti che sia temi di dimenticare le sensazioni che il continente Nero scatena.
Non preoccupatevi appena riatterrerete in uno questi luoghi magici tutto tornerà alla mente come un fiume in piena e solo allora capirete che l'Africa non sta tra le righe di un forum o di un blog ma nel mezzo dei vostri pensieri più profondi, tra le immagini indelebili dei vostri ricordi, tra gli odori più intensi che la vostra mente abbia catalogato.
Non suggerirò, come molti, di fare un viaggio in Africa una volta nella vita, ma consiglierò a squarciagola a tutti coloro che lo hanno già fatto di ritornare...ogni volta sarà diversa, sarà più bella, sarà più intensa.
Lui in Africa c'era stato più di una volta e da innamorato cronico di quelle terre polverose non faticò ad incantarmi con i suoi racconti. Nei giorni seguenti, decisi: la mia Africa sarebbe stata la Tanzania.
Il viaggio dal punto di vista umano è stato sorprendente, dal punto di vista naturalistico indescrivibile. Chi ama gli animali, i paesaggi sconfinati, l'odore della terra, la magia dei suoni deve assolutamente venire qui.
La Tanzania è tutta bella e ogni parco mi ha regalato delle emozioni che a fatica riesco a trasmettere, ancora adesso a distanza di anni e con più di un viaggio africano alle spalle mi dà un brivido.
Solo chi si è risvegliato nel mondo incantato di Ngorongoro crater può capire quando dico che in questo ecosistema unico tutto è amplificato, intenso ed immenso.
Qui capisci la grandezza del pianeta, riscopri di essere parte di un tutto che avevi soffocato nel caos della quotidianità cittadina.
I miei compagni di viaggio hanno reso ancor più indimenticabile tutto questo. E' bellissimo ripensare alle notti in campeggio ascoltando la risata della iena; le storie intorno al fuoco dal sapore di leggenda; le levattacce mattutine per raggiungere il più esclusivo drive-in...quello che da secoli dà in visione il risveglio della natura.
Non dimenticherò mai le mie prime "wild" zebra, rapidamente divenute comuni avvistamenti; il primo ruggito di un leone, il primo ospite indesiderato nella tenda.
Ci sono tantissimi modi di viaggiare l'Africa più o meno dispendiosi. E' fondamentale ricordare che per avvicinarsi alla cultura e alle abitudini locali occorre dimenticare i tour operator occidentali e affidarsi ad agenzie locali anche se questo spesso aumenta il margine di rischio.
Qualora optaste per questa scelta più coraggiosa ma altrettanto responsabileoccorrerà giocare d'astuzia visitando forum internazionali e verificare da quanto tempo l'agenzia scelta opera sul mercato.
Di diari di viaggio sull'Africa se ne sono scritti più di quanti se ne siano letti quasi il viaggiatore o turisti che sia temi di dimenticare le sensazioni che il continente Nero scatena.
Non preoccupatevi appena riatterrerete in uno questi luoghi magici tutto tornerà alla mente come un fiume in piena e solo allora capirete che l'Africa non sta tra le righe di un forum o di un blog ma nel mezzo dei vostri pensieri più profondi, tra le immagini indelebili dei vostri ricordi, tra gli odori più intensi che la vostra mente abbia catalogato.
Non suggerirò, come molti, di fare un viaggio in Africa una volta nella vita, ma consiglierò a squarciagola a tutti coloro che lo hanno già fatto di ritornare...ogni volta sarà diversa, sarà più bella, sarà più intensa.
giovedì 7 luglio 2011
La mia Sarajevo
Ricordi di una terribile guerra, tanto assurda quanto vicina, mi hanno spinto qui in Bosnia alla ricerca di speranze, di sogni di una generazione simile alla mia, ma con un passato impossibile da dimenticare.
Io la guerra in Jugoslavia l'ho vista in tv, sui quotidiani... loro l'hanno vissuta in prima persona, l'hanno vista coi loro occhi.
Testimonianze di quei giorni noi le abbiamo archiviate nelle biblioteche civiche... loro sui muri dei palazzi e nelle centinaia di candide lapidi sulle verdi colline di Sarajevo e dintorni. E' scioccante venire qui, osservare i giovani nelle stradine pedonali sorridere, fare nottata e poi alzare gli occhi al cielo e vedere ancora lì i segni delle granate, degli spari incontrollati che dopo aver spezzato centinaia di giovani vite ora spezzano l'armonia delle abitazioni risiedendo aggressive negli intonaci delle case. Niente è stato risparmiato: neppure moschee, chiese, cimiteri. Quelle che piano piano spariscono sono le cosiddette "rose di Sarajevo" forse solo perchè il calpestio di turisti e locali contribuisce ogni giorno a farle sfiorire. Ne rimangono pochissime forse la più visibile a un occhio non così particolarmente attento è quella sul lato occidentale esterno della Cattedrale Cattolica su Ferhandija.
In questa via dello struscio ci sono un sacco di locali e bar alla moda; molti vanno a far colazione da Michele subito dopo la cattedrale cattolica... io consiglio di fare due passi in più sino a Marsala Tita, al civico 21 troverete Metropolis un bellissimo caffè dall'atmosfera lounge che ricorda un po' i caldi salotti newyorkesi. Anche se non siete sugar dipendenti una fetta di torta sarà d'obbligo!
Recuperate le forze dirigetevi verso il quartiere turco di Bascarsija, un turistico dedalo di viuzze pedonali; chiudete gli occhi al richiamo del muezzin e quando avvertirete un certo languorino fatevi guidare dal profumo di una delle tante Cevabdzinica (una sorta di fast food locale), impossibile rimanere delusi. Per i più goderecci consiglio di provare i cevapi o cevapcici (cilindriche polpettine grigliate) con cipolle crude e kajmak (una sorta di burro locale dal sapore di altri tempi) il tutto all'interno di un soffice somun (pane locale simile alla pita)...al solo pensiero mi torna l'acquolina in bocca.
Per i più audaci la sera perchè non pasteggiare da vero bosniaco a Slivovijcaslivo o come lo chiamano loro Sliva anzichè ad acqua?...poi mi direte...
Tra le altre specialità non perdetevi i burek (una sorta di cannelloni di pasta sfoglia ripieni di carne)... io con i ripieni sono un po' difficile per cui mi sento di consigliarvi un posto autentico dal sapore casalingo...evitate i baracchini nel quartiere turco a meno che il vostro palato non sia così rovinato da non distinguere un macinato vero da un preparato semi industriale.
Il posto in questione si trova in Mula Mustafe Baseskije nelle vicinanze del mercato coperto ma dalla parte opposta.Non dimenticate che:
Io la guerra in Jugoslavia l'ho vista in tv, sui quotidiani... loro l'hanno vissuta in prima persona, l'hanno vista coi loro occhi.
Testimonianze di quei giorni noi le abbiamo archiviate nelle biblioteche civiche... loro sui muri dei palazzi e nelle centinaia di candide lapidi sulle verdi colline di Sarajevo e dintorni. E' scioccante venire qui, osservare i giovani nelle stradine pedonali sorridere, fare nottata e poi alzare gli occhi al cielo e vedere ancora lì i segni delle granate, degli spari incontrollati che dopo aver spezzato centinaia di giovani vite ora spezzano l'armonia delle abitazioni risiedendo aggressive negli intonaci delle case. Niente è stato risparmiato: neppure moschee, chiese, cimiteri. Quelle che piano piano spariscono sono le cosiddette "rose di Sarajevo" forse solo perchè il calpestio di turisti e locali contribuisce ogni giorno a farle sfiorire. Ne rimangono pochissime forse la più visibile a un occhio non così particolarmente attento è quella sul lato occidentale esterno della Cattedrale Cattolica su Ferhandija.
In questa via dello struscio ci sono un sacco di locali e bar alla moda; molti vanno a far colazione da Michele subito dopo la cattedrale cattolica... io consiglio di fare due passi in più sino a Marsala Tita, al civico 21 troverete Metropolis un bellissimo caffè dall'atmosfera lounge che ricorda un po' i caldi salotti newyorkesi. Anche se non siete sugar dipendenti una fetta di torta sarà d'obbligo!
Recuperate le forze dirigetevi verso il quartiere turco di Bascarsija, un turistico dedalo di viuzze pedonali; chiudete gli occhi al richiamo del muezzin e quando avvertirete un certo languorino fatevi guidare dal profumo di una delle tante Cevabdzinica (una sorta di fast food locale), impossibile rimanere delusi. Per i più goderecci consiglio di provare i cevapi o cevapcici (cilindriche polpettine grigliate) con cipolle crude e kajmak (una sorta di burro locale dal sapore di altri tempi) il tutto all'interno di un soffice somun (pane locale simile alla pita)...al solo pensiero mi torna l'acquolina in bocca.
Per i più audaci la sera perchè non pasteggiare da vero bosniaco a Slivovijcaslivo o come lo chiamano loro Sliva anzichè ad acqua?...poi mi direte...
Tra le altre specialità non perdetevi i burek (una sorta di cannelloni di pasta sfoglia ripieni di carne)... io con i ripieni sono un po' difficile per cui mi sento di consigliarvi un posto autentico dal sapore casalingo...evitate i baracchini nel quartiere turco a meno che il vostro palato non sia così rovinato da non distinguere un macinato vero da un preparato semi industriale.
Il posto in questione si trova in Mula Mustafe Baseskije nelle vicinanze del mercato coperto ma dalla parte opposta.Non dimenticate che:
- non ha insegna,
- non ha menù visto che serve solo burek,
- è pieno di locali che pasteggiano lì a ora di pranzo,
- il prezzo è veramente ridicolo (una buona porzione a 1 euro),
- potete decidere quanto volete mangiarne visto che si paga a peso come in una gastronomia. Assolutamente imperdibile!!!
venerdì 10 giugno 2011
Croatia-Montenegro 1-1
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Un viaggio saltato e un'incontenibile voglia di mare...non ci resta che puntare la bussola in direzione sud...next stop Dalmazia!!! In Istria e nella regione di Zara giugno è il mese più bello... chissà se anche questo angolo di paradiso ci darà grandi soddisfazioni nonostante sia prevista per il ponte del 2 giugno pioggia a catinelle.
Toccheremo poche mete per godere più intensamente delle acque cristalline e delle località turistiche che hanno reso la Dalmazia una meta amata da molti e se la pigrizia non prenderà il sopravvento ci spingeremo fino in Montenegro.
Sibenik,Trogir, Split e Dubrovnik saranno i nostri baluardi croati, il golfo delle bocche di Kotor e Sveti Stefan l'eventuale gita fuori porta.
Avevamo pensato di fare anche una deviazione a Bol sull'isola di Brac per ammirare la splendida spiaggia di Zlatni Rat ma in molti ci hanno suggerito che vederla ora equivale a mangiare un gelato in pieno deserto...praticamente dato l'elevato tasso di turisti sulla spiaggia sarebbe impossibile godersela. Sarà per un'altra volta.
Appena finito di stendere l'ultima lavatrice ed eccomi qui a fornire uno stringato resoconto del nostro viaggetto.
La Dalmazia è stata all'altezza delle aspettative: rocce carsiche arricchite dal giallo dei cespugli rigogliosi delle ginestre, acqua dalla sfumature turchesi e blu intenso; frutti della terra e del mare dai sapori di un tempo, gente affabile e disponibile...la vera scoperta però è stata il Montenegro; una sorta di Croazia del passato con un turismo europeo timido ma in crescita ed un paesaggio ancor più selvaggiamente bello se non fosse per scheletri di hotel abbandonati e in costruzione...nuovi deturpatori della costa.
Da evitare: il soggiorno in località anonime prenotando già dall'Italia una stanza, meglio rischiare ma vedere dove si va a soggiornare, i casermoni alberghieri sono dietro l'angolo;
mangiare in strutture internazionali o ristoranti smaccatamente turistici con bandierine segnaposto, meglio una konoba qualsiasi...spenderete meno e mangierete meglio.Da non perdere: un tuffo nelle acque trasparenti di Sveti Stefan smangiucchiando della frutta acquistata dalle donne locali lungo la strada;
un caffè fatto a regola d'arte nel porticciolo di Pržno e se proprio volete godervela una zuppetta d'aragosta in uno dei ristoranti sulla spiaggia;
un oggetto di antiquariato ch vi ha emozionato nella piazzetta di Mali Buvda.
Agli indecisi e a chi sogna una meta "mare e monti" direi che la baia di Kotor potrebbe essere la risposta! Una mulattiera conduce alla chiesetta e poi alla torre difensiva che domina il borgo bagnato dalle calme acque del canale.Sembra quasi di trovarsi a bordo lago invece che in un'insenatura.
non salite in cima alla chiesetta percorrendo la mulattiera nelle ore centrali; non è detto che il ragazzo con la borsa frigo seduto in cima abbia ancora acqua fresca disponibile;
andare anche solo 10 km all'ora in più del limite consentito...multa assicurata!!
Da non perdere: una passeggiata nel tardo pomeriggio nel paesino di Kotor quando le navi da crociera hanno già salutato la baia;
una foto scattata dall'alto senza fiato ma felicemente abbarbicati sulle mure;
soste a bordo strada per ammirare il panorama lungo la statale che collega Kotor a Hergeg Novi.
Per quanto riguarda la Dalmazia mi limiterò a dirvi che mi sono vergognata ad aver aspettato tutto sto tempo prima di concedermi qui una vacanza. Detto questo, a differenza dell'Istria, meglio prenotare dove dormire soprattutto se pensate di trascorrere le vacanze a luglio/agosto e avete in mente di soggiornare in centro storico o zone limitrofe senza spendere un occhio della testa. Chiedete sempre se hanno il posteggio e se la zona che avete scelto è interdetta al traffico. A Sibenik potete anche solo fare una sosta di un paio d'ore a meno che non decidiate di visitare il parco di Krka o le isole Kornati.
Da evitare: una notte in città, il centro storico è molto piccolo e Sibenik non proprio una città ecosostenibile se potete spingetevi un po' più a sud;
un gelato in Kralja Tomislava...neanche io avrei tanto coraggio.
Da non perdere: la bellissima Katedrala sv. Jakova (Cattedrale di San Giacomo) gioiello del rinascimento croato inserita dal 2001 nel patrimonio mondiale dell'Umanità. Il battistero visto con la luce del sole al tramonto ha un fascino ineguagliabile così come le facce scolpite sulla parete esterna della chiesa. Ricordate di portare con voi uno scialle o indossare una maglietta maniche corte e short non troppo corti qui sono severissimi e rischiate di non poter entrare ad ammirare l'interno di questa chiesa spettacolare...anche se è un po' grigia e buia non dimenticate che è la chiesa più grande del mondo tra quelle erette completamente in pietra senza ricorrere a parti di sostegno in mattoni o legno.
Anche Trogir è piccolina e comunque merita una sosta per un altro tesoro perfettamente conservato: la Katedrala sv. Lovre (Cattedrale di San Lorenzo) Il biglietto di ingresso vale il costo anche solo per la vista dall'alto del campanile. Il castel Camerlengo dà una prospettiva d'insieme della città ma nulla di più; per cui potete benissimo evitare di pagare l'ingresso a meno che non vogliate vedere un'immagine come questa.
Split con il palazzo di Diocleziano, il suo mercato del pesce, la pasticceria Creme de la Creme , i giovani che la sera ballano in piazza varrebbe da sola un viaggio fino a qui nel sud della Croazia anche se le dimensioni del centro storico sono più piccole di quanto immaginassi.Il mio consiglio è quello di spezzare il viaggio a Spalato anche se fremete dal desiderio di raggiungere Ragusa. Split dà il meglio di sè nelle ore meno calde quando le luci giallognole illuminano dolcemente le stradine pedonali
mercoledì 1 giugno 2011
Natale in India
Visualizza INDIA 2002 in una mappa di dimensioni maggiori La mia India è un insieme complesso di immagini, odori, sapori. E' il viaggio nel viaggio.
Anche il più avvezzo viaggiatore ne resta segnato; a distanza di tempo anche un'immagine o una pagina di diario riescono a riportare a galla quelle sensazioni. E così anche solo decidere di dedicare un post a questo viaggio del mio passato ottiene questo effetto.
In un istante rivedo i tessuti purpurei e giallo zafferano stesi al sole, la sacralità indescrivibile del Gange, l'aggressività delle scimmie nei templi, i bimbi con la mano tesa elemosinando un po' di sapone, le notti trascorse nelle Haveli un po' spartane e decadenti ma con un fascino incomparabile, il treno in perenne ritardo sovraffollato di gente e animali da cortile, l'aria intrisa di curry che ormai era un tutt'uno con i miei vestiti, le soste interminabili ai negozi dove da sola non sarei mai entrata.
L'India è disordinata, caotica e così lo sono i ricordi che l'accompagnano.
E' un viaggio così personale che spesso le informazioni che si vogliono condividere risultano artefatte.
L'unico consiglio che mi sento di dare è quello di partire quando davvero lo sentirete dentro, quando qualcosa nella vostra vita pensiate stia per cambiare, quando il destino insomma sembra averci messo lo zampino.
Sconsiglio il viaggio organizzato con tour operator, cosa che peraltro non mi stancherò mai di boicottare; una soluzione ottimale e sicura può essere quella di noleggiare un autista e macchina privata appoggiandosi ad un'agenzia locale: salterete inutili intermediari, vedrete "con i vostri tempi" le mete da visitare, strutturerete il viaggio itinerante con i preziosi consigli di chi quelle strade le conosce davvero e potrete fermarvi per una foto o una sgranchiatina alle gambe.
Questo è stato il mio primo contatto con l'India, disarmante e al contempo avvolgente, profondamente infinito.
venerdì 27 maggio 2011
Top five in Istria
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Sono diventata per gli amici un'affidabile alter ego della lonely planet della croazia, forse perchè scoraggio i "tour de force" che prevedono visite a diverse località in tempi nipponici ma soprattutto perchè amo scovare posticini poco turistici dove saziare con budget limitati i palati più esigenti.
Parenzo ha un centro storico molto carino che si anima come in molte altre località di mare nel tardo pomeriggio dopo una doccia rigenerante e una dose massiccia di doposole.meglio dormire fuori della cittadina. Molte le opportunità di affittare un appartamentino vista mare con tanto di giardinetto.Parenzo di giro è un forno se potete andate nel tardo pomeriggio quando sale un po' di brezza.
Rovigno è la mia preferita perchè oltre ad un mare fantastico a 15 minuti di traghetto nella bellissima isola Rossa ha un centro bellissimo pieno di negozietti di artigianato e di atelier. E' raffinata ma con un retrogusto bohemien.
Consiglio di dormire in una sobe in città (camera presso privati) il mio indirizzo segreto è Casa Giuseppina V. Svalbe 59 tel 00385/52/813-955 ha solo due camere doppie e una singola tutte ariose e pulitissime; il bagno è in comune ma la signora è maniaca e quindi rassetta continuamente.
Le soluzioni gastronomiche sono le più varie fermatevi dove vi porta il cuore...o la vista; se però siete della categoria degli indecisi allora perdetevi nelle stradine alla ricerca della Gostionica Al Gastaldo Iza Kasarne 14 (dietro la caserma) tel 00385/052/814-109 VERO NEO della cittadina: il posteggio!!! Sappiate che Rovigno è tutta pedonale e la possibilità di arrivare in centro è riconosciuta solo ai residenti. Anche se trovate un posteggio in una vietta laterale incastrando la vettura tra altre che sembrano posteggiate bene RINUNCIATE!!
In estate i divieti di sosta e i passi carrabili nascono nel giro di una notte e con ogni probabilità al termine della vostra vacanza vi troverete una bella sorpresa: sparizione del mezzo e indispensabile chiamata di un taxi per raggiungere il deposito dei mezzi sequestrati.
Fasana è un piccolo villaggio di pescatori che riparano le reti con lo sguardo rivolto alle isole Brioni. In molte località dell'Istria troverete nei porticcioli piccole agenzie che propongono escursioni di un giorno alle isole tanto amate da Tito; il mio consiglio è di recarvi direttamente lì a prendere i biglietti del parco e il traghetto locale. In questo modo risparmierete soldi dedicando alla visita il tempo che desiderate e perchè no gustandovi del buon pescetto al porticciolo di Fasana.
Pola ha un bellissimo anfiteatro romano tra i meglio conservati e un gioiellino di centro storico che riuscirete a visitare in poco più di due ore, caffè all'aperto permettendo. Potreste visitarla in mattinata per poi raggiungere la penisola di premantura nel pomeriggio. Molti si fermano a Medulin perchè più pubblicizzata e animata la sera, io la sconsiglio sembra una rimini mal riuscita i servizi non so poi così eccellenti e il mare fa quasi rimpiangere un viaggio fino a qui.Tutt'altra storia nella riserva di Premantura.Se proprio non ve la sentite di stare immersi nella natura allora preferite la località di Banjole poco distante dalla meta.
Premantura un posto selvaggio dove la natura la fa ancora da padrona. Ci sono tantissime sobe perlopiù in paese. L'ingresso della riserva naturale si trova però a circa 4 km dal centro abitato. Consiglio a chi ha spirito di adattamento e vuole realmente immergersi nella natura di dormire nel campeggio del parco in modo da dimenticarli l'auto per tutta la vacanza. In goni caso è possibile entrare dietro pagamento di un padeggio con la propria vettura dentro il parco; è un po' assurdo ma lo permettono.Sappiate comunque, che a voler fare gli ambientalisti o i tirchi qualora la motivazione sia il non voler pagare l'ingresso che per raggiungere le spiagge dovrete mangiare polvere e kilometri. Noi gente di mare non usiamo ombrelloni ma chi di voi soffrisse l'effetto braciola meglio premunirsi di ombra oppure riposare nell'antistante pineta.E' questo il bello della Croazia...puro ozio.
giovedì 26 maggio 2011
Freedom of London
Londra è stata per me la prima finestra sul mondo.
Avevo appena compiuto 13 anni e il desiderio di scoprire nuove culture e tradizioni era già così radicato da non lasciare alternative ai miei genitori: sarei partita per una vacanza studio. Arrivare nella capitale inglese fu come acquisire consapevolezza che la diversità era possibile, e soprattutto che mi piaceva. L'Italia distante solo poche ore di volo mi sembrava così borghese e chiusa... di contro Londra così aperta e libera.
Le persone si vestivano nei modi più disparati senza alcun imbarazzo o giudizio da parte delle persone per la strada.Il passo per adeguarmi a questo stile di vita fu breve. Negli anni sono tornata diverse volte a Londra e anche se il mio amore per lei si è evoluto con il passare delle lune devo dire che quest'aura di libertà individuale non è mai svanita. Tutti dovrebbero visitarla almeno una volta nella vita perdendosi qua e là per il centro o, tempo permettendo, con il naso all'insù respirando l'odore dell'erba appena tagliata dei suoi parchi verdissimi.
Dare suggerimenti su dove, come, cosa fare a Londra è diverso rispetto ad altre città ognuno vede in lei la parte più nascosta del proprio essere. Ecco alcune piccole di quello che ho adorato io della metropoli.
SOHO--->la strada più carina old Compton street, strada pedonale animatissima soprattutto al calar del sole frequentata da una vivace comunità gay; in Bateman street al civico 18 pranzate accanto al caminetto in puro stile british nella piccola e accogliente saletta del "The Dog and Duck";
CHINATOWN--->sembra strano visto che siamo nel quartiere cinese ma questo piccolo ristorantino in Newport place al civico 2 serve i migliori udon e una zuppa soba strepitosa.Tokyo Diner è un indirizzo imperdibile se siete stanchi di fish and chips;
COVENT GARDEN--->"The Lamb and Flag" in Rose street al civico 33, un pub vecchia scuola dove fermarsi a bere una birra a fine giornata;
PORTOBELLO--->"The Humming bird bakery" in Portobello road al civico 133 per cancellare i morsi della fame basta uno dei suoi cupcake!!!
TRAFALGAR---> "Clarence" in White hall Parlament street bella musica dal vivo condita da birra fredda e cibo da pub...se non siete per metà inglesi evitate le traditional pie.
Capitolo a parte riguarda la shopping.
Londra è terra di novità, tendenze, scoperte. Anche se negli anni la qualità delle cose è un po' andata scadendo, complici i "made in china" vale comunque una visita il mercatino domenicale di Camden Town se non altro per i numerosi chioschetti di prelibalezze gastronomiche che vi faranno dimenticare di essere qui.
Volete un baule da rivista di architettura? Curiosate in Hazara Enterprise Rugs & Furniture al civico 84 è subito dopo la discesa vicino al cartellone Horse Hospital.
Il mio negozio top secret (ora non più!!!) è Karen Millen in James street vicinissimo all'uscita della metro CoventGarden
Avevo appena compiuto 13 anni e il desiderio di scoprire nuove culture e tradizioni era già così radicato da non lasciare alternative ai miei genitori: sarei partita per una vacanza studio. Arrivare nella capitale inglese fu come acquisire consapevolezza che la diversità era possibile, e soprattutto che mi piaceva. L'Italia distante solo poche ore di volo mi sembrava così borghese e chiusa... di contro Londra così aperta e libera.
Le persone si vestivano nei modi più disparati senza alcun imbarazzo o giudizio da parte delle persone per la strada.Il passo per adeguarmi a questo stile di vita fu breve. Negli anni sono tornata diverse volte a Londra e anche se il mio amore per lei si è evoluto con il passare delle lune devo dire che quest'aura di libertà individuale non è mai svanita. Tutti dovrebbero visitarla almeno una volta nella vita perdendosi qua e là per il centro o, tempo permettendo, con il naso all'insù respirando l'odore dell'erba appena tagliata dei suoi parchi verdissimi.
Dare suggerimenti su dove, come, cosa fare a Londra è diverso rispetto ad altre città ognuno vede in lei la parte più nascosta del proprio essere. Ecco alcune piccole di quello che ho adorato io della metropoli.
SOHO--->la strada più carina old Compton street, strada pedonale animatissima soprattutto al calar del sole frequentata da una vivace comunità gay; in Bateman street al civico 18 pranzate accanto al caminetto in puro stile british nella piccola e accogliente saletta del "The Dog and Duck";
CHINATOWN--->sembra strano visto che siamo nel quartiere cinese ma questo piccolo ristorantino in Newport place al civico 2 serve i migliori udon e una zuppa soba strepitosa.Tokyo Diner è un indirizzo imperdibile se siete stanchi di fish and chips;
COVENT GARDEN--->"The Lamb and Flag" in Rose street al civico 33, un pub vecchia scuola dove fermarsi a bere una birra a fine giornata;
PORTOBELLO--->"The Humming bird bakery" in Portobello road al civico 133 per cancellare i morsi della fame basta uno dei suoi cupcake!!!
TRAFALGAR---> "Clarence" in White hall Parlament street bella musica dal vivo condita da birra fredda e cibo da pub...se non siete per metà inglesi evitate le traditional pie.
Capitolo a parte riguarda la shopping.
Londra è terra di novità, tendenze, scoperte. Anche se negli anni la qualità delle cose è un po' andata scadendo, complici i "made in china" vale comunque una visita il mercatino domenicale di Camden Town se non altro per i numerosi chioschetti di prelibalezze gastronomiche che vi faranno dimenticare di essere qui.
Volete un baule da rivista di architettura? Curiosate in Hazara Enterprise Rugs & Furniture al civico 84 è subito dopo la discesa vicino al cartellone Horse Hospital.
Il mio negozio top secret (ora non più!!!) è Karen Millen in James street vicinissimo all'uscita della metro CoventGarden
martedì 24 maggio 2011
Tanta voglia di... Bled
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Ci sono destinazioni appena dietro l'angolo di casa (beh almeno per me!!) che per ragioni sconosciute visitiamo a fatica, quasi con riluttanza. Ho pensato che il 1° maggio fosse il momento perfetto per organizzare un picnic sul lago di Bled e così thermos e borsa frigo alla mano sono corsa a comprare la vignetta per l'autostrada slovena, e in men che non si dica sono partita alla volta del paradiso dalle sfumature color turchesi. Bled è una tranquilla località lacustre con un clima capriccioso; è costantemente attraversata da nubi e frequenti acquazzoni, al punto che trovare bel tempo è una sorta di terno al lotto. Se a questo aggiungiamo il fatto che la strada per arrivare dall'Italia non è granchè indicata...beh un turista potrebbe pensare "ma chi me lo ha fatto fare??!!!"
Primo suggerimento: controllare il sito http://www.meteoalpi.com/0/Slovenia/meteo-Bled.html unico veramente affidabile per le previsioni; secondo suggerimento: seguire le indicazioni per Ljubljana dedicando un paio d'ore alla cittadina anche solo nelle due viette lungo le sponde del fiume per poi dirigersi a nord verso Jesenice, i cartelli per il lago di Bled sono a soli 20 km dalla destinazione...non smettete di crederci!!! terzo suggerimento: evitate di farvi spellare da un'anonima pensione o struttura alberghiera di Bled ma optate per il piccolo paesino di Selo, subito alle spalle del lago soggiornando presso l'azienda agricola Mulej (http://www.mulej-bled.com/) Se non avessi la certezza di essere in Slovenia potrei dirvi che la Svizzera ha un altro cantone proprio qui. Mulej noleggia gratuitamente biciclette per raggiungere il lago che dista solo cinque km; in questo modo sarete ancora di più in contatto con la natura e soprattutto non maledirete il fatto che a Bled trovare posteggio è praticamente impossibile anche se volete pagare!!!Sul lungolago ci sono varie soluzioni gastronomiche ma nulla è all'altezza del prezzo...un prezioso consiglio che mi sento di darvi è quello di pranzare al sacco e di prenotare con l'agriturismo la cena (con un sovrapprezzo di appena 10 euro circa mangiarete a sfinimento e con gusto)
Venendo alla visita del lago: preferibilmente visitatelo al mattino; il tempo è sempre migliore e concedersi un giretto in barca sarà un modo perfetto di arrivare all'ora di pranzo. Due le opzione: condividere il noleggio con altri turisti facendo remare il solo barcarolo (di solito i proprietari di queste piccole imbarcazioni salpano con a bordo almeno 20 persone) oppure affittare e remare voi stessi fino all'isoletta in mezzo al lago. Io suggerisco questa seconda scelta purchè abbiate un fidanzato/marito/amante in perfetta forma fisica e comunque strategicamente noleggiando il mezzo a "sudore" sulla sponda del lago più vicina possibile alla meta, diversamente la chiesetta la vedrete solo in lontananza e vi rovinerete la gitarella.
Il castello che domina il lago ha un biglietto d'ingresso piuttosto caro ( 8 euro) ma non fate come molti turisti che arrivano fino a qui e poi non entrano. La vista dalle mure interne del castello è quella che si vede in tutti i deplian della Slovenia.
martedì 26 aprile 2011
Ritorno alle origini
olio+olive taggiasche+pesto+trofie+acciughe+carciofi con le spine = aroma di casa
La Liguria è come una medaglia: ha due facce, anzi ne ha più di due, tutte con caratteristiche uniche.
Genova, il capoluogo, fa da spartiacque tra le due riviere quella di Levante e quella di Ponente...terre così vicine eppure così diverse. E' come fossero due sorelle, cresciute a velocità alternate; protagoniste ignare di destini differenti, segnate per sempre dal corso del tempo. Non posso che amare entrambe con le loro diversità; certo a est abbiamo le Cinque Terre e Portofino, conosciute dal jet set e dai turisti di tutto il mondo, ma a Ponente al di là delle serre, di Sanremo e del suo festival della canzone, c'è molto di più. La Liguria ad occidente è un crigiolo di borghi misteriosi e sconosciuti dove si respira un non so che di medioevo. Spesso si incontrano coppie di inglesi in cerca di un antico passato o bikers innamorati delle nostre curve a gomito, nuovi esploratori del terzo millenio. Finalborgo è una di queste perle, così come Pigna e la ricercata Apricale ma anche Oneglia con il suo porticciolo di pescatori affacciato su casette dai colori pastello non è da meno...provare per credere!!!
lunedì 18 aprile 2011
E se la gita fosse a Trieste?!!!
Mettiamo che un'amica di CS si trovasse a vagabondare qualche giorno per Trieste e chiedesse proprio a me qualche dritta sulla città...dove la dirotterei?? Ognuno di noi dovrebbe essere preparato ad una simile eventualità perchè non c'è niente di più gratificante dell'accompagnare gli amici negli angoli nascosti della tua città. Beh trovare chicche non è difficile da queste parti.
Uno dei posti che si contende la vetta della classifica gourmet è Siora Rosa; in inverno per il suo profumato e gustoso piatto di trippa, in primavera per il panino melanzane fritte e stracchino...sono già con l'acquolina in bocca!!Un altro buffet che considero un po' come la mia seconda casa è l'Approdo un indirizzo irrinunciabile soprattutto il venerdì a pranzo. Gli scampi alla busara sono all'altezza di un ristorante pluridecorato e le capesante gratinate sono le migliori che abbia mai assaggiato (tenete conto che le prendo ogni volta che leggo un menù!!)
La pasticceria Pirona, presente in tutte le guide turistiche e riviste di settore, è davvero all'altezza della fama e segue le ricette secondo una tradizione secolare cosa che altre pasticcerie in centro hanno ormai perso. Io impazzisco per il loro strudel, per le zattine alla crema (introvabili dopo le 10 della mattina) e per le napoletane (frolle di crema pasticcera cotte al forno) ma credetemi lascerete gli occhi davanti alla vetrinetta dei dolci e non vorrete più andar via.
Gettate nel cestino lonely planet e touring e vagabondate per la città solo con una mappa in una mano e un gelato nell'altra senza dimenticare che quello artigianale autentico non si mangia da Pipolo, Zampolli o da Grom ma da Tony Lamponi uno strucido triestino che fa il gelato alla vecchia maniera con ingredienti freschi e nessun additivo nè conservante...un vero posto da intenditori.
giovedì 7 aprile 2011
C'è gricia e gricia
Metti una pausa pranzo frettolosa, un appuntamento dall'altra parte della città ma soprattutto un'incontenibile voglia di assaporare una pasta alla gricia da vero romano...che fare?
Appurato che le guide turistiche non sempre sono aggiornate e imparziali non mi resta altro che un po' di buon senso e una ricerca incrociata sui siti specializzati nel food. La cosa potrebbe non rivelarsi così semplice; anche a Roma infatti la "sola" è dietro l'angolo, reale o virtuale che sia, e se una volta bastava sorridere ad un indigeno inorgogliendolo con la fatidica domanda "dove posso mangiar da romano" ora pare che molti capitolini abbiamo dimenticato il piacere del buon cibo a fronte di porzioni generose ed economiche in un qualsiasi Pastarito di quartiere.
Grazie a Dio non sono tutti così!! Ma vai tu a trovare l'intenditore per strada o subito fuori la metro.
Nella capitale si riesce ancora a mangiare divinamente dimenticando le regole del galateo e facendosi stregare dal rito della scarpetta... i posti però, bisogna conoscerli e soprattutto ricordare che hanno orari "da romani" vale a dire che prima delle 13.00 te lo puoi scordare di ordinare.
Molti custodiscono gelosamente le trattorie dalle porzioni generose con prezzi abbordabili, ma se lo spirito è quello del viaggiatore perchè non condividere i luoghi del piacere?
Da Lucia a Trastevere rimane un mio personale punto di riferimento e che dire poi in pieno ghetto ebraico di Sora Margherita?Sfido chiunque a rimaner delusi.
Se poi il tempo non è tiranno e si accetta di pagare 6 euro per un carciofo sicuramente è d'obbligo una sosta da Gigetto al portico d'Ottavio, davvero imbattibile nel carciofo alla giudea. (ps:io non dimentico mai di mangiare un supplì, per me come loro non li a davvero nessuno)
Appurato che le guide turistiche non sempre sono aggiornate e imparziali non mi resta altro che un po' di buon senso e una ricerca incrociata sui siti specializzati nel food. La cosa potrebbe non rivelarsi così semplice; anche a Roma infatti la "sola" è dietro l'angolo, reale o virtuale che sia, e se una volta bastava sorridere ad un indigeno inorgogliendolo con la fatidica domanda "dove posso mangiar da romano" ora pare che molti capitolini abbiamo dimenticato il piacere del buon cibo a fronte di porzioni generose ed economiche in un qualsiasi Pastarito di quartiere.
Grazie a Dio non sono tutti così!! Ma vai tu a trovare l'intenditore per strada o subito fuori la metro.
Nella capitale si riesce ancora a mangiare divinamente dimenticando le regole del galateo e facendosi stregare dal rito della scarpetta... i posti però, bisogna conoscerli e soprattutto ricordare che hanno orari "da romani" vale a dire che prima delle 13.00 te lo puoi scordare di ordinare.
Molti custodiscono gelosamente le trattorie dalle porzioni generose con prezzi abbordabili, ma se lo spirito è quello del viaggiatore perchè non condividere i luoghi del piacere?
Da Lucia a Trastevere rimane un mio personale punto di riferimento e che dire poi in pieno ghetto ebraico di Sora Margherita?Sfido chiunque a rimaner delusi.
Se poi il tempo non è tiranno e si accetta di pagare 6 euro per un carciofo sicuramente è d'obbligo una sosta da Gigetto al portico d'Ottavio, davvero imbattibile nel carciofo alla giudea. (ps:io non dimentico mai di mangiare un supplì, per me come loro non li a davvero nessuno)
lunedì 7 marzo 2011
Il vero aroma del caffè
Ogni paese ha il suo caffè. Quello italiano è famoso in tutto il mondo per la tecnica di preparazione, le mille miscele e varianti in tazza o bicchiere e in questo Trieste docet.
Nella mia terra d'adozione, infatti, varcando la sosta di un qualsiasi bar non si può far a meno di incuriosirsi sentendo i triestini ordinare Neri, Capi in B, Gocciati e chi più ne ha ...più ne beva; ma questa è un'altra storia che un giorno forse racconterò.
Se chiudiamo gli occhi e voliamo alla volta di paesi esotici come il Brasile o la Colombia ci accorgeremo che la nostra tanto amata bevanda non è poi patrimonio esclusivo di noi italiani.
Esistono poi luoghi insospettabili dove l'oro nero la fa da padrone; terre che custodiscono caffè speciali, unici come il cà phê Chồn. Siamo in Vietnam paese che pochi conoscono come tra i maggiori esportatori di caffè; qui i suoi abitanti amano berlo arricchito da due dita minimo di latte condensato ancora filtrato alla vecchia maniera
Accanto alla qualità arabica e a quella robusta qui è possibile degustare il famoso Weasel coffee ma cos'è?
Anche se il prezzo non è proprio economico; portare a casa una piccola confezione di cà phê Chồn può esser un ulteriore modo per ricordare e riassaporare il fascino della cultura di questo magnifico paese...e perchè no un modo per avvicinare anche i più scettici a gusti e sapori diversi...
Nella mia terra d'adozione, infatti, varcando la sosta di un qualsiasi bar non si può far a meno di incuriosirsi sentendo i triestini ordinare Neri, Capi in B, Gocciati e chi più ne ha ...più ne beva; ma questa è un'altra storia che un giorno forse racconterò.
Se chiudiamo gli occhi e voliamo alla volta di paesi esotici come il Brasile o la Colombia ci accorgeremo che la nostra tanto amata bevanda non è poi patrimonio esclusivo di noi italiani.
Esistono poi luoghi insospettabili dove l'oro nero la fa da padrone; terre che custodiscono caffè speciali, unici come il cà phê Chồn. Siamo in Vietnam paese che pochi conoscono come tra i maggiori esportatori di caffè; qui i suoi abitanti amano berlo arricchito da due dita minimo di latte condensato ancora filtrato alla vecchia maniera
Accanto alla qualità arabica e a quella robusta qui è possibile degustare il famoso Weasel coffee ma cos'è?
lui mangia, digerisce e poi? |
...fa il caffè!! |
Fortunatamente per chi ha pregiudizi gastronomici il cà phê Chồn si può acquistare in città senza dover andare dal produttore a fare la conoscenza di queste simpatiche donnole caffeomani.
Con il limite della lingua però come trovare e provare il prelibato caffè dal retrogusto cioccolatoso?
Basta aver voglia di perdersi nelle mille vie di Saigon o Hanoi curiosando nei mercati o nelle piccole torrefazioni e cercando contenitori come questi
mercoledì 2 marzo 2011
Rosso color Himba
L'Africa coi suoi misteri, i suoi odori intensi, la luce che acceca. L'Africa che ti sorprende, ti cattura, ti annulla...
Amo questa terra fatta di contrasti, di spaccature, di istinti. Lasciarla alle spalle tornando a casa è come tradire una parte di me. Tutti dovrebbero visitare un angolo di continente nero...che di nero ha solo la profondità degli sguardi dei suoi abitanti. Questo continente è immenso come immenso è il cuore della sua gente.
Certo è un paese difficile soprattutto se lo si vuole visitare in autonomia, senza l'ipocrisia dei tour operator o il tailor made delle agenzie esclusive; si richiede spirito di adattamento, simpatia per la polvere che entra ovunque e soprattutto voglia di entrare in contatto con persone che ogni giorno sfidano problemi che noi neanche ricordiamo esistano.
Amo questa terra fatta di contrasti, di spaccature, di istinti. Lasciarla alle spalle tornando a casa è come tradire una parte di me. Tutti dovrebbero visitare un angolo di continente nero...che di nero ha solo la profondità degli sguardi dei suoi abitanti. Questo continente è immenso come immenso è il cuore della sua gente.
Certo è un paese difficile soprattutto se lo si vuole visitare in autonomia, senza l'ipocrisia dei tour operator o il tailor made delle agenzie esclusive; si richiede spirito di adattamento, simpatia per la polvere che entra ovunque e soprattutto voglia di entrare in contatto con persone che ogni giorno sfidano problemi che noi neanche ricordiamo esistano.
Sogni abbandonati nel cassetto sbagliato
Questa frase più di ogni altra visualizza in pieno il senso di smarrimento che alle volte ci invade. Non si tratta di debolezza o mancanza di fiducia quando però, per scelta o casualità, ci troviamo ad un bivio della nostra vita ecco che tutti i sogni e le aspettative che sembravano affondate tornano a galla.
E' un vero e proprio viaggio nel tempo...una dimensione, un percorso empirico che ci fa riscoprire le nostre inclinazioni più autentiche...e così ci ritroviamo scrittori, fotografi, pittori o anche solo cuochi.
E' un vero e proprio viaggio nel tempo...una dimensione, un percorso empirico che ci fa riscoprire le nostre inclinazioni più autentiche...e così ci ritroviamo scrittori, fotografi, pittori o anche solo cuochi.
Ma perchè crescendo facciamo nostri, sogni che non ci appartengono?
Forse perchè siamo incapsulati in veri e propri cliché che hanno addormentato i nostri desideri scegliendo per noi la strada da percorrere e solo, ironico dirlo, grazie ad eventi più o meno drammatici ci viene data una seconda opportunità. Solo così, fatto salvo casi di illuminazione spontanea o forse aliena, possiamo tornare ad aprire quel cassetto che inconsapevolmente avevamo sigillato.
Il passo successivo? Quale di quei sogni tirar fuori?...Non a tutto ci sono risposte...se il destino ha fatto 30 che facesse 31 no?!
mercoledì 23 febbraio 2011
Metti un pomeriggio d'inverno...
Ognuno di noi conserva ricordi indelebili delle proprie vacanze e dei paesi lontani che ha avuto la fortuna di esplorare. A tutto questo si aggiungono vere e proprie collezioni o dovremmo dire manie. Spesso iniziano per caso fatto stà che diventano anche loro una parte importante del nostro ritorno a casa.
Ogni cosa può diventare un ricordo: bottiglie di birra, bustine di zucchero, conchiglie, cucchiaini delle compagnie aeree...e per alcuni, come me, i magneti.
Quella delle calamite è una raccolta iniziata tanti anni fa a Sharm el Sheik e da allora mai più smessa. In fondo si tratta di souvenir pocket facilmente reperibili che risolvono veri e propri drammi ad un'ora dal check in.
Ovviamente negli anni la selezione si è notevolmente raffinata;ogni magnete viene scelgo con cura e attenzione cromatica e, alle volte, se niente mi soddisfa sono io stessa a realizzarli.
Collezionismo a parte, molti di noi conservano distrattamente nei cassetti anche valuta di piccolo taglio sotto forma di monete. Solo in occasione delle pulizie di Pasqua si riesumano questi spiccioli e si ricordano quei paesi così diversi anche nelle loro divise.
Se unisci però la scatola di una vecchia bomboniera a quei soldini....
... l'effetto cambia completamente!!!
lunedì 21 febbraio 2011
A caccia di stranezze. Chi lì'ha detto che le trova solo Andrew Zimmern?
Di cibi sconosciuti ne sono pieni i banchi di tutto il mondo. Chi viaggio lontano dai circuiti turistici fa della visita ai mercati una sosta indispensabile per entrare in contatto con le tradizioni di un luogo.
Tutto ciò che non si conosce spaventa e allo stesso tempo affascina; scoperto l'arcano della curiosità potrete affrontare e abbattere la barriera della diffidenza entrando davvero in contatto con il mondo che vi circonda.
Questa foto è stata scattata al mercato vecchio di Valenzia in uno dei tanti banchi del pesce fresco.Si tratta di Percebes un frutto di mare conosciuto in Spagna ma per lo più misterioso e grottesco nel resto del mondo.
I percebes fanno parte della famiglia dei crostacei e il modo più comune di cucinarli è bolliti con un po' di limone anche se qualcuno azzarda a mangiarli crudi.Vi consiglio di provarli se pensate di trascorrere un w.e. in Catalunya magari per le feste di Pasqua e chissà che scopriate altre meraviglie sconosciute.
In fondo scoprire il cibo di un paese è la via più immediata per avvicinarsi alla sua cultura
Questa foto è stata scattata al mercato vecchio di Valenzia in uno dei tanti banchi del pesce fresco.Si tratta di Percebes un frutto di mare conosciuto in Spagna ma per lo più misterioso e grottesco nel resto del mondo.
I percebes fanno parte della famiglia dei crostacei e il modo più comune di cucinarli è bolliti con un po' di limone anche se qualcuno azzarda a mangiarli crudi.Vi consiglio di provarli se pensate di trascorrere un w.e. in Catalunya magari per le feste di Pasqua e chissà che scopriate altre meraviglie sconosciute.
Non riesco a staccarmi da Real Time!!!E' grave???
L'arrivo del digitale oltre a complicare la vita a tutti generando problemi di ricezione e acquisti ingiustificati di decoder multifunzione, ha aperto una finestra su un mondo di canali fino a d'ora a consumo esclusivo dei possessori di Sky.
Dopo un iniziale entusiasmo da zapping, tutti sti nuovi canali non è che abbiamo migliorato la nostra vita... uno su tutti però, ha generato dipendenza...Real Time.
Fidelizzarsi a questo canale è cosa semplice, diventarne schiavi ancora di più, tant'è che è diventato argomento di conversazione tra amiche e tra breve credo sarà un topic per i comici di Zelig al pari dell'Ikea.
Perchè ci piace così tanto? Forse perchè sviluppa la manualità, quella che hanno perso i nostri compagni, mariti, fratelli e straordinariamente sembra alla portata alla portata di tutti.
Alcune idee poi alimentano la nostra fantasia sopita dandole una spinta...chi non si è ancora sintonizzato sul canale 31 eviti di farlo!!!
Dopo un iniziale entusiasmo da zapping, tutti sti nuovi canali non è che abbiamo migliorato la nostra vita... uno su tutti però, ha generato dipendenza...Real Time.
Fidelizzarsi a questo canale è cosa semplice, diventarne schiavi ancora di più, tant'è che è diventato argomento di conversazione tra amiche e tra breve credo sarà un topic per i comici di Zelig al pari dell'Ikea.
Perchè ci piace così tanto? Forse perchè sviluppa la manualità, quella che hanno perso i nostri compagni, mariti, fratelli e straordinariamente sembra alla portata alla portata di tutti.
Alcune idee poi alimentano la nostra fantasia sopita dandole una spinta...chi non si è ancora sintonizzato sul canale 31 eviti di farlo!!!
domenica 20 febbraio 2011
La danza macabra più famosa d'Europa
Alle volte dietro casa si celano vere e proprie meraviglie, tesori nascosti che tutti dovremmo conoscere e divulgare.
Sabato scorso abbiamo deciso di visitare uno di questi capolavori, gelosamente custodito nella cittadina slovena di Hrastovlje, nome che da solo non evoca granchè, ma se parliamo di uno degli affreschi tardogotici più famosi in Europa sicuramente sveliamo il mistero che sta dietro questo pittoresco villaggio dell'Istria:
la danza macabra del pittore istriano Janez iz Kastva (Giovanni di Castua).
Sabato scorso abbiamo deciso di visitare uno di questi capolavori, gelosamente custodito nella cittadina slovena di Hrastovlje, nome che da solo non evoca granchè, ma se parliamo di uno degli affreschi tardogotici più famosi in Europa sicuramente sveliamo il mistero che sta dietro questo pittoresco villaggio dell'Istria:
la danza macabra del pittore istriano Janez iz Kastva (Giovanni di Castua).
Iniziare un'escursione in una giornata invernale baciata dal sole, senza pergiunta perdersi nelle verdi colline istriane, è sicuramente uno dei modi migliori per iniziare un sabato mattina.
E così arrivare di fronte alla fortificata chiesetta di S.S. Trinità trovando il cancello di ferro sbarrato e un semplice foglio di carta con indicato un numero di cellulare dell'anziana custode, diventa già suggestivo o quantomeno insolito di suo.
Uno squillo e un "per favore sarebbe possibile visitare" che già la signora compare sulla collinetta armata di chiavi.
Varcando la piccola soglia mai più diresti di trovarti letteralmente avvolto dagli affreschi, esempi perfettamente conservati della pittura narrativa del quattrocento che ripercorrono le scene sia del vecchio che del nuovo testamento per poi culminare nel capolavoro alchemico della Danza Macabra.
Uno squillo e un "per favore sarebbe possibile visitare" che già la signora compare sulla collinetta armata di chiavi.
Varcando la piccola soglia mai più diresti di trovarti letteralmente avvolto dagli affreschi, esempi perfettamente conservati della pittura narrativa del quattrocento che ripercorrono le scene sia del vecchio che del nuovo testamento per poi culminare nel capolavoro alchemico della Danza Macabra.
Eccola lì, disturbata soltanto da alcune incisioni in una scrittura ormai dimenticata, la morte tiene sottobraccio onuno di noi, è lei la vera vincitrice, la protagonista indiscussa. Sorride sul suo trono trono dorato pronta a chiudere la tomba di chiunque sia arrivato al giorno del trapasso, e non importa che sia giovane, ricco, vecchio, povero, re, regina, mendicante, dinnanzi a lei l'uguaglianza è assoluta.
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